Eni, il vestitino buono e la Basilicata ingannata

Il Cane a sei zampe ha presentato a Potenza il suo giornale mensile “Orizzonti, idee per la val d’Agri”, con un cast d’eccezione

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Cancellare ogni macchia e presentarsi nelle case dei cittadini lucani con l’abitino nuovo. Sembrerebbe proprio questo l’obiettivo dell’Eni, che nei giorni scorsi ha presentato, a Potenza, il suo nuovo mensile: “Orizzonti, idee della val d’Agri”. Il direttore è Mario Sechi, noto giornalista di fama nazionale nonché immancabile frequentatore di talk mattutini come ‘L’aria che tira’. Nel comitato di redazione ci sono anche il sociologo Domenico De Masi, vicino ai 5 stelle e anche lui assiduo frequentatore di talk. E che dire del lobbista Claudio Velardi, vicino al Pd e anche lui una presenza costante dei talk in ogni salsa. Ma c’è spazio anche per la ex direttrice del Quotidiano di Basilicata, Lucia Serino, vicina, all’epoca, al Governatore lucano Pittella e grande sostenitrice del famigerato ‘Sblocca Italia’ che di fatto, a fine 2014 ha spalancato le porte della Lucania ai petrolieri. Un posto anche a Paolo Verri, già direttore di Matera 2019.

Il vestitino nuovo 

Ce n’è per tutti i gusti nel Comitato di redazione del nuovo mensile targato Eni. La rivista sarà distribuita ogni mese a tutti i cittadini della Val d’Agri e a quelli di Potenza e Matera. Racconterà, oltre al petrolio, le bellezze artistiche e culturali della Basilicata. Nell’editoriale che apre la nuova stagione dell’oro, il direttore Sechi chiosa: “Eni afferma il suo ruolo di impresa responsabile, si apre al confronto franco e costruttivo”.

La polvere sotto il tappeto

A proposito di impresa “responsabile” forse il preparato Sechi dovrebbe ripassarsi le centinaia di pagine dell’Antimafia in cui si addebita all’Eni e ad altri attori il presunto smaltimento illecito di scarti petroliferi che dal Centro Oli di Viggiano viaggiavano via autobotti sino alla val Basento, in direzione Pisticci Scalo, dove venivano poi depurati senza crismi e sversati nel fiume Basento, accanto a colture e allevamenti di pregio. Dovrebbe documentare, lo stesso Sechi in collaborazione col suo ricco gruppo di lavoro, gli sforamenti nelle emissioni della torcia del Centro oli, le ammine e le porcherie smaltite senza criterio. E magari fare un cenno anche agli inquinamenti autodenunciati dalla stessa Eni l’autunno scorso.

Deontologia?

Ecco, perché non partire da un’informazione corretta e completa da offrire ai cittadini? Non è forse questa la strada maestra indicata dalla nostra deontologia professionale? Neanche per idea. Pecunia non olet e il Cane a sei zampe di soldi da dare a giornalisti e non, ne ha tanti. E così eccoci alla favoletta dell’impresa “responsabile” che racconta i tesori del territorio, magari dopo averlo intossicato!

Visite guidate al Centro Oli

Parallelamente al mensile, l’Eni apre anche il Centro Oli di Viggiano ai visitatori. Una domenica al mese da maggio a settembre. In sintesi, quindi, il Centro Oli, luogo da cui sarebbero partiti gli smaltimenti illeciti di scarti petroliferi, ora diventa luogo deputato alle visite guidate. C’è del macabro e dell’assurdo in tutto ciò. Sia sul piano culturale che didattico e informativo. Ma va bene così. Gli 83mila barili al giorno di greggio che sgorgano dalla val d’Agri fruttano royalties e servono per costruire una base di consenso sociale. L’importante è tessere il vestitino buono. Lo sporco meglio lasciarlo sotto la superficie delle cose visibili.

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