Matteo Salvini e le mire segrete sulla Basilicata

L’obiettivo è di consentire le estrazioni laddove si sia già verificato che il petrolio c’è ed è abbondante. Di concedere tutti i permessi di ricerca già richiesti, di rinnovare tutte le concessioni Oil & Gas in scadenza. L’idea è di eliminare le liste di attesa delle trivelle

Le mire (quasi) segrete della Lega Nord sulla Basilicata raccontano di una devastazione epocale. Petrolio e gas da estrarre ad ogni costo, ovunque. Per loro, naturalmente, si tratta di normale e sacrosanta attività industriale, di un benedetto sfruttamento delle ricchezze del sottosuolo. Per loro, naturalmente, si tratta di combattere l’arretratezza culturale di chi si oppone alle estrazioni e quindi frena il rilancio del Paese verso un futuro di prosperità, modernità, industrializzazione.

Salvini e i suoi sono convinti che un territorio deve saper sfruttare le ricchezze che ha per garantire sviluppo a sé stesso e contribuire al progresso del Paese. Il problema è che i leghisti pensano che gli idrocarburi siano la ricchezza principale della Basilicata. Tutto il resto è ciarpame.

L’obiettivo è di consentire le estrazioni laddove si sia già verificato che il petrolio c’è ed è abbondante. Di concedere tutti i permessi di ricerca già richiesti, di rinnovare tutte le concessioni Oil & Gas in scadenza. L’idea è di eliminare le liste di attesa delle trivelle. Lo slogan di questa strategia leghista potrebbe essere tranquillamente “una trivella in ogni casa”.  E non sarebbe paradossale se considerassimo che già oggi circa il 90% del territorio lucano sarebbe interessato da attività di esplorazione e coltivazione di idrocarburi, da perforazioni, permessi e istanze di permessi di ricerca.

Hanno sbancato colline, hanno stravolto la geografia e la geomorfologia di mezza regione, hanno inquinato sorgenti, falde, terra e aria. La Basilicata è ormai come una tossicodipendente (dal petrolio) che non sa più dove bucarsi. Eppure, Salvini e suoi amici, pensano che sì, si può ancora trivellare, si deve trivellare per il bene dei lucani e del Paese intero. Ed è quello che non dicono ma che sussurrano da mesi con qualche sparata da spiaggia come quella del “capitano” il 10 agosto scorso a Policoro: “bisogna festeggiare”, ha detto. Immaginatevi che cosa pensano del resto delle risorse energetiche, dall’eolico selvaggio al fotovoltaico d’assalto.

La lista d’attesa dei trivellatori è lunga e, ormai, insopportabile. Eni, Total, Shell, Mobil, Esso, Edison, Rockhopper e tutti gli altri, comprese le aziende minori, sono sull’uscio della porta a battere i pugni. Salvini non li deluderà. Ma se i lucani deluderanno Salvini e i suoi sodali in Basilicata, su quella porta forse sarà possibile mettere il cartello con la scritta chiuso.