Immigrato di colore si ubriaca e va in escandescenza. Panico al pronto soccorso dell’ospedale di Potenza

Dieci addetti tra personale sanitario e della sicurezza pubblica impegnati a ripristinare la normalità

Il titolo e l’occhiello di questo editoriale sono, come noterete tra poco, ingannevoli, a dimostrazione del fatto che è troppo facile indurre le persone in errore o fornire a priori un’interpretazione preconfezionata dei fatti. Tuttavia il titolo serve a introdurre ironicamente un episodio che merita la nostra riflessione.

Ieri sera, 7 dicembre, un extracomunitario ospitato nel Centro di accoglienza di Bella (Pz) si è ubriacato ed è andato in escandescenza. Lo hanno portato al pronto soccorso dell’ospedale di Potenza. Qualcuno di voi dirà: e quindi? Niente, ma la faccenda è diventata una notizia.

Grazie a un signore iscritto all’Ordine dei giornalisti abbiamo scoperto che gli ubriachi si distinguono per colore della pelle. Lo spiega bene nel suo servizio giornalistico – andato in scena ieri sera su Facebook.

La prima distinzione riguarda il rilievo pubblico del fatto. Vale a dire che se l’ubriaco è un italiano, potentino o di Canicattì, non c’è notizia. Se al contrario è un extracomunitario di colore la notizia c’è. E perché la notizia c’è? Perché “il personale sanitario, la polizia locale, i carabinieri anziché preoccuparsi delle tante persone che meritano la nostra solidarietà e la nostra umanità, devono preoccuparsi di questo pazzo folle scalmanato che non aveva null’altro da fare che ubriacarsi.”  Tuttavia “non si tratta di essere razzisti – lo dice lui – ma sono situazioni che ci lasciano l’amarezza e il rammarico”. Queste persone che sono nei centri di accoglienza si ubriacano – lo dice sempre lui che, evidentemente, ha verificato in un suo viaggio inchiesta che gli ospiti di quei Centri sono tutti una massa di ubriaconi, statistiche alla mano.

Ripetiamo, lui non è razzista, lo dimostra quando dice che è normale tutto ciò con 10 persone che paghiamo noi che hanno dovuto tenere e controllare questo folle?… Sono contrario alla Meloni e Salvini che ritengo ridicoli per molti aspetti politici ma questa volta voglio essere più razzista di loro…per rispettare il nostro Paese e tutelare i nostri malati, i nostri medici, infermieri, poliziotti carabinieri vigili urbani e personale 118”. L’agente di polizia locale del Comune di Bella, sollecitato dal nostro giornalista, è preoccupato: se questo si sveglia in macchina che faccio? Poverino – commenta il giornalista – adesso deve fare 40 minuti di strada per ritornare al paese. Tutta colpa di un immigrato di colore che ha osato ubriacarsi e che dobbiamo curare a spese nostre.  Lo dice lui: Poi succede anche che arrivano extracomunitari ubriachi che fanno…  i costi aumentano. 

Razzista o meno, grazie allo scoop di questo giornalista abbiamo scoperto che un immigrato si è ubriacato ed è stato ricoverato in ospedale. Potevamo vivere oggi senza questa notizia? No. Perché come lui dice: “La gente deve sapere che cosa accade intorno a noi.” Abbiamo saputo, intorno a noi accade che un immigrato si ubriaca.

In seguito al servizio del nostro scavatore di fatti che accadono intorno a noi, si sono scatenati commenti razzisti e idioti: Poveri noi, sti bastardi! Lasciatelo in una scarpata, ecc. Altre persone più avvedute – per fortuna in maggioranza- hanno commentato esprimendo un giudizio molto critico nei confronti del giornalista.

Consiglieremmo al nostro Zorro dell’informazione di leggersi la Carta di Roma, il Testo unico e la Carta dei doveri del giornalista. Magari la prossima volta eviterà di avventurarsi in situazioni del genere.

Il punto vero è che, a parte questo caso, episodi di giornalismo stravagante accadono ormai tutti i giorni e ovunque. Tutti possiamo sbagliare, e a volte sbagliamo. Proprio per questo occorre più vigilanza da parte di chi deve tutelare e difendere la professione giornalistica. Stare zitti o sorridere dietro le quinte non aiuta nessuno.