A casa tutti contagiati, anche i bambini: mio padre è morto e mia moglie salvata dal plasma

Il racconto del “mese orribile” vissuto da Tiziano e dalla sua famiglia, a causa del virus

“Il Covid una farsa? Non auguro a nessuno di passare un mese come l’ho passato io, con un padre morto e mia moglie ad un passo dalla terapia intensiva”. Tiziano, 44enne operatore sociosanitario di Rionero racconta a caldo l’incubo vissuto e mette in guardia su come sia subdolo e atroce il virus.

“L’immagine che porterò dietro è quella di papà, senza funerale, e quella bara che scompariva sotto un cumulo di terra, al cimitero”, così Tiziano, che racconta come il covid in un mese abbia scalfito tutte le sue certezze. Tutto è partito il 7 gennaio, da quel tampone di routine all’ospedale di Melfi (dove lavora) da cui è emersa la sua “positività” al Coronavirus.

Non riesco a capire come mi sono contagiato” A distanza di un mese Tiziano ancora non si capacita. “Sia sul lavoro che nella vita fuori dall’ospedale – sottolinea – ho sempre avuto tutte le accortezze, eppure qualcosa deve essermi sfuggito”. Già, perché il suo tampone il 7 gennaio è risultato positivo. “Ho perso l’olfatto e il gusto ma a me niente febbre”, chiarisce. A casa sua, però, a distanza di una settimana, sono risultate positive la moglie, la suocera e i due bambini.

L’isolamento, l’ospedale, l’inferno “Da quando sono risultato positivo mi sono isolato al piano di sopra della nostra abitazione”, spiega. Nel frattempo, però, la moglie, i due bambini e sua suocera si erano già infettati. Negativi al primo tampone, sono risultati positivi il giorno 18. “Probabilmente il virus stava incubando e non è emerso al primo controllo”. La moglie Cristina, dopo alcuni giorni di febbre, si è aggravata. La saturazione scendeva. Stessa sorte è toccata alla suocera. Entrambe ricoverate a Potenza. A stare peggio è proprio Cristina, sua moglie.

Salvata da una sacca di plasma” Ricoverata al Reparto Infettivi del San Carlo di Potenza Cristina ha vissuto un calvario. “C’è stato un momento – confessa – in cui i medici mi hanno detto che si stava aggravando e stavano valutando l’opportunità di metterle il casco, se non addirittura intubarla”. Poi la decisione, di comune accordo, di somministrarle “una sacca di plasma iperimmune”. Dopo qualche giorno “mia moglie è lentamente migliorata, fino alle dimissioni, avvenute sabato scorso dopo 20 giorni di ricovero”. Una ripresa lenta, un grande spavento. “Ma sono convinto che quella sacca di plasma le abbia salvato la vita”.

Mio padre morto. Che sofferenza” Nella storia di Tiziano c’è il dolce, ma anche l’amaro. La perdita del papà, Giorgio, poco più di una settimana fa. “Mio padre si è ammalato dopo il 20 gennaio – racconta Tiziano – dall’Asp mi hanno detto che è difficile dire se sia collegato al nostro cluster, perché viviamo nello stesso palazzo ma non abbiamo avuto contatti dopo l’accertamento della mia positività”. Ad ogni modo il signor Giorgio, dopo il tampone positivo rilevato il 24 gennaio, è andato peggiorando, fino al ricovero a Potenza, in Pneumologia, il 31 gennaio. “Eppure i medici mi dicevano che non era grave, era passato da 5 ad 1 litro di ossigeno al giorno”. Inoltre “lo chiamavamo al telefono, rispondeva, diceva che stava meglio”. Ma Giorgio era diabetico e aveva un pacemaker. “Venerdì 5 non rispondeva a telefono – ci dice Tiziano – il pomeriggio mi sono preoccupato. Ho contattato il reparto. Mi hanno detto che non respirava bene”. La sera alle 21:30 la telefonata che nessun figlio vorrebbe mai ricevere: “Ci dispiace, suo padre è morto”. Le esequie senza rito funebre. Pochi intimi al cimitero senza contatti “affettivi”. Per colpa del Covid. “Scene che non dimenticherò mai – si sfoga Tiziano – e che mese da inferno!”.

Altro che farsa. Questo virus è terribile Tiziano è stato ed è la colonna portante della sua famiglia. Ma il mese trascorso l’ha provato. “Sto ancora aspettando l’esito del mio tampone – osserva – è passato solo un mese, ma quanta sofferenza”. Si è visto strappare un padre e la moglie si è salvata proprio per un pelo. “Ora inizio a vedere la luce, ma è stata dura, anzi durissima”, assicura. Il suo ultimo messaggio lo indirizza a chi ancora minimizza la forza devastante del Covid. “Fidatevi, questo virus ti può sconvolgere la vita”. E ancora: “Siate prudenti. Distanza, mascherine, non ci scherzate sù. E’ un infezione terribile”. Parola di chi ci è passato. E ha pianto.

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