Crisi Covid, la testimonianza di Alberto: agenzie turistiche allo stremo

"Sono un dipendente, prendo la cassa integrazione, ma è il non poter più costruire itinerari e viaggi, il non poter più entusiasmare i tuoi utenti a buttarti giù"

“Se quel tour non c’è più, possiamo farne almeno un altro, magari a Barcellona?” Questo chiedevano i viaggiatori assidui all’inizio della pandemia. E gli addetti alle Agenzie turistiche, come piombati in un thriller improvviso, a spiegare loro che di colpo non si poteva viaggiare più. Da nessuna parte. A parlare è Alberto, che ha serrato le saracinesche ormai da diversi mesi “in attesa del futuro”.

Quando a marzo dello scorso anno l’Italia si fermava per il primo lockdown “all’inizio pensavamo che sarebbe durato un mese, che poi l’incubo sarebbe finito”. Alberto, dipendente di un Agenzia di Melfi, seppur “un po’ desolato” nella primavera del 2020 pensava a come salvare almeno l’estate, i villaggi turistici, il mare”. E in effetti “seppur al 30% rispetto agli anni passati, luglio e agosto un po’ di mare si è fatto”. A risultare penalizzati i viaggi all’estero “e i voli che spesso venivano annullati dall’oggi al domani dalle Compagnie aeree, e in alcuni casi non rimborsati direttamente con un voucher”. Troppo poco e troppi disagi per chi da tanti anni ce la mette tutta a soddisfare utenti vogliosi di conoscere Giappone, Maldive, Stati Uniti, Egitto.

Agenzie senza viaggi Quando la pandemia è ripartita, a ottobre, con la seconda ondata le Agenzie hanno dovuto addirittura abbassare le serrande. “Nel nostro caso da 5 sedi ora in Basilicata ne è aperta solo una, quella centrale”, precisa Alberto. Da ottobre il settore si è paralizzato. Zone rosse e arancioni ovunque, viaggi internazionali al palo. “Io che un tempo lavoravo h24, sempre presente per utenti ormai fidelizzati, mi sono ritrovato a casa. Fermo. Uno choc – aggiunge rammaricato – Non è neanche solo un discorso economico. Sono un dipendente, prendo la cassa integrazione, ma è il non poter più costruire itinerari e viaggi, il non poter più entusiasmare i tuoi utenti a buttarti giù”.

Lavoriamo con passione e senza orari” “Quando chiudi l’Agenzia e la sera torni a casa non è finita lì – spiega Alberto – resti reperibile anche la notte perché se un cliente all’estero è in difficoltà ti chiama e tu cerchi di risolvergli il problema”. Non è un mestiere che si fa per soldi ma “per passione”. E prima di proporre un itinerario “ci vai personalmente. In Colombia, in Giappone, ovunque, per poi suggerire le mete più comode”. E’ questo mondo “da proporre ai clienti” che si è fermato. Così, ora che tutto è paralizzato “qualcuno mi incontra per strada – sottolinea Alberto – e ancora ricorda con soddisfazione quel viaggio, quell’estate indimenticabile. Ancora mi mostra le foto e mi ringrazia”. È questa la dimensione del viaggio che resiste, oggi al coronavirus. Resiste nei ricordi.

Il turismo ripartirà, torneremo a cogliere i bei momenti” In questo momento di stop Alberto e la sua categoria guardano al futuro. Alle regole nuove e a come cambierà il modo di viaggiare. “Ora che tutto è telematico starà a noi proporre mete sempre più appetibili”, osserva. Una cosa è certa. “Forse i grossi gruppi che si muovono non potranno più condividere selfie, scatti, dovranno tenere distanze differenti, usare gel, non accalcarsi”. Mete “naturali e spaziose” saranno preferibili ai grossi eventi o alle mete “di massa”. C’è ancora da capire come si viaggerà quest’estate, come funzioneranno i pass vaccinali. “E’ impossibile immaginare ora come andrà l’estate – osserva – bisogna guardare oltre, al futuro”. Guardando avanti Alberto chiude con una previsione e invita a cogliere l’attimo, non appena possibile. “Non appena passerà la pandemia – conclude – ognuno non vorrà più rimandare il viaggio dei sogni. Il virus ci ha insegnato che la vita è un attimo. Non vale la pena rinviare, conviene afferrarli subito, i bei momenti”.