“I cerchi magici locali.” Amici, clienti, parenti e la fabbrica dei mediocri

La riflessione di un cittadino di Tolve: “Nei posti chiave c’è gente inadeguata”

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È quasi tutto opaco! È quasi tutto poco chiaro! … e non vengono posti rimedi!

Buona parte del sistema, in senso lato, così come si vede, si sente e si legge, è capillarmente occupato per lo più da gente inadeguata al ruolo che ricopre e ai compiti cui dovrebbe assolvere. E’ questo esercito di gratificati (clienti, familiari, amici ed amiche di qualcuno), lautamente pagati e grandemente inefficienti, che determinano il declino culturale, giuridico, sociale ed economico di gran parte di questo, facendone pagare un caro prezzo alla popolazione, per lo più, anche se non tutta, asservita, e, soprattutto, a quelle persone, che pure vi sono, che hanno investito sulla propria dignità, sulle proprie capacità e sulla propria preparazione, i cui valori “ a volte” vengono riconosciuti e premiati, se valutati con obiettività e al di fuori di certi “Cerchi Magici”, che si costituiscono quasi sempre a livello locale.

Riconoscere questi valori (preparazione, capacità e dignità) significa “purificare”, regolarizzare e restituire quelle strutture che versano in uno stato di scarsa efficienza, alle funzioni per le quali sono state pensate e, quindi, fatte nascere e deputate.

Quest’ultima è una soluzione sotto gli occhi di tutti: semplice. chiara, lineare, logica. Dovrebbe essere la regola!

Come fa però un individuo, un soggetto, se eventualmente gratificato, se cliente, se amico o amica di un qualche personaggio, magari anche questo probabilmente discutibile, che, da incompetente ed inadeguato, ricopre un posto, un ruolo, un incarico, una funzione di prestigio a correre il rischio di confrontarsi con persone mentalmente libere ed indipendenti e magari anche preparate?

Significherebbe portarsi il nemico in casa. Significherebbe rendersi autolesionisti, perché queste persone “capaci, libere intellettualmente ed indipendenti” non tarderebbero a minare i fondamenti su cui si sono costruite strutture che, legalmente, dovrebbero essere al servizio dei tanti, invece producono, non sempre ma quasi, le cronache ne sono piene, anche cospicui rivoli di benefici a questi immeritevoli.

Bisogna, quindi, cercare di mantenere lo “status quo”. Anzi, forse, bisogna immettere nelle strutture ancor più inadeguatezza e, soprattutto, preservare quei figli dell’élite e dei personaggi al seguito, che per eredità, pare siano gli esclusivi titolari dell’intelligenza, capacità e merito, conservando loro, per successione e/o per investitura, certe posizioni o comunque un posto di lavoro.

Del resto, fatte salve le opportune eccezioni, non si è quasi mai visto che “questi migliori”, “questi predestinati” a fine periodo di prova vengano dichiarati non idonei al ruolo ricoperto.

Restano lì dove sono, a svolgere per lo più un ruolo da tirocinante a vita, ma retribuiti come provetti professionisti, facendo finta di non aver avuto la mangiatoia posizionata bassa ed assumendo, magari, anche un atteggiamento di beota superiorità verso quei “figli di nessuno”, a cui è stata tolta (o rubata) la “dignità, perché intellettualmente liberi, e forse anche molto preparati, ma disoccupati!

Infatti, a volte, si osserva che la maggior parte di questi “monoculi” selezionati, solo in certi circuiti, se giudicati localmente, primeggiano sempre e se invece il circuito dovesse cambiare o il giudizio dovesse essere affidato a strutture non locali o vengono ridimensionati o addirittura scompaiono.

Non c’è, però, problema! Utilizzando formule, opportunamente adattate, pienamente e formalmente corrette dal punto di vista legale, “i circuiti magici locali” recuperano quello che deve essere recuperato.

Non c’è problema! I figli di nessuno, intellettualmente liberi, capaci e magari preparati, potranno, anzi dovranno emigrare, con i barconi dell’umiliazione, su cui vengono obbligati dai “circuiti magici locali”.

Non c’è problema! O meglio il problema c’è: “i circuiti magici locali ed i loro clienti ed amici”. Bisogna eliminarli, bisogna superarli. Bisogna collocarli nella loro giusta dimensione! Come? Effettuando (ipotesi) accertamenti successivi al completamento delle procedure concorsuali, o alle eventuali altre formule selettive individuate, per stabilire se vi fossero probabili e possibili connessioni particolari tra i “cerchi magici locali” e quelli già predestinati. E, però, tutti lo sanno, ma non succede niente! Vedremo ancora fino a quando. Le conseguenze intanto sono state pagate e si pagano e costano caro in termini sociali, culturali, di salute, di istruzione, di lavoro e di economia.

Antonio Quagliano – Tolve (PZ)

 

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