Basilicata. Il “naso allungato” dell’assessore all’Ambiente

L’amministratore di Egrib lo stanno cercando a “Chi l’ha Visto?”

Pinocchio lo sapeva bene mentre l’assessore all’ambiente della Regione Basilicata Gianni Rosa non ne è a conoscenza. La Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia alle spese per inadempienze nell’attuazione della Direttiva Europea 91/271/ CEE e recepita dal D.lgs. 152/06. È previsto che tutti gli agglomerati con carico generato maggiore di 2.000 abitanti equivalenti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, così non è stato per molti agglomerati ed in questa procedura di infrazione, la 2014/2059 causa C668/19, è incappata anche la Basilicata per 18 agglomerati.  È bene chiarire che si parla di agglomerati non già di depuratori e, per esempio, Matera è in infrazione per tutti e 5 i depuratori che smaltiscono le acque reflue urbane della città.

Il nostro Pinocchio alla notizia della condanna ha immediatamente dichiarato “Che la Basilicata fosse fra le Regioni italiane per le quali era in corso una procedura di infrazione dell’Unione europea per le condizioni di 40 depuratori era noto a tutti da molto tempo. Non tutti sanno, invece, che solo negli ultimi due anni, grazie al grande lavoro fatto dai nostri uffici su precisa indicazione del governo regionale, sono state risolte le irregolarità strutturali relative a 22 impianti le cui procedure erano di diretta competenza dell’amministrazione regionale. Ciò dimostra che quando si lavora con tenacia e impegno i risultati si vedono”.

Nulla di più inesatto! L’attuale amministrazione regionale si insediò  il 10 Maggio 2019 e da un documento della Regione Basilicata risalente a Luglio 2019 si evidenzia che gli agglomerati non conformi  risultavano essere già allora solo 16 mentre 24 risultavano conformi, nel documento era indicato un piano di intervento per adeguare tutti gli impianti entro il 2023; entro tale  data  tutti gli agglomerati sarebbero stati resi conformi e non vi sarebbe stato bisogno di risorse aggiuntive da destinare perché i 60 milioni di Euro necessari per gli interventi, vi erano tutti. La Corte non ha ritenuto sufficiente la documentazione prodotta per gli agglomerati di Oppido Lucano e Stigliano per cui quelli censurati alla fine sono risultati essere 18.  Il nostro “Mazinga” in soli due mesi, dal 10 maggio a luglio 2019 ha fatto il miracolo di rendere conformi ben 22 agglomerati mentre dal luglio 2019 ad oggi la situazione non è cambiata e tutti gli agglomerati che non erano conformi allora lo sono tuttora, il nostro eroe ha finito il carburante! Qui il quadro di sintesi

Per andare, poi, agli enti collaterali diremo che se mentre EGRIB con la passata amministrazione muoveva i suoi primi passi adesso insieme all’attuale amministratore Santarsiero lo stanno cercando a “Chi l’ha visto?”. Anche l’applicativo O. R.S.O.-Osservatorio Rifiuti Sovraregionale- utile per la raccolta dei dati di produzione, di gestione dei rifiuti urbani, di quelli gestiti dagli impianti presenti in Basilicata e della successiva pubblicazione ha fatto perdere le sue tracce e gli ultimi dati pubblicati sono quelli del 2018. I limiti di Acquedotto Lucano erano e sono ben noti, adesso hanno problemi anche per la fatturazione; l’Ente fa rimpiangere lo scorporo della Regione Basilicata dall’ente pugliese. La delibera CIPE 60/2012 aveva stanziato già in quel anno le risorse per rendere conformi i depuratori di Matera ma solo nel 2021 è stato adeguato il depuratore di Pantano mentre per gli interventi sugli altri non c’è ancora chiarezza.

Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità