Covid: “Il timore di tornare in Dad per noi è un incubo”

Le "paure" di una insegnante lucana alla vigilia della pausa natalizia, mentre sale la curva dei contagi e aumentano anche le classi in quarantena

Anche in Basilicata risale lentamente la curva dei contagi, si ridisegnano le norme di possibili ritorni in Dad di singole classi e monta lo spettro della didattica a distanza, che tanto male ha fatto, negli ultimi due anni, non solo agli alunni.

“Per i ragazzi è stata un’esperienza terribile – sottolinea Antonella, insegnante di scuola secondaria di secondo grado – Ma lo è stato anche per noi prof, per una serie di ragioni”. Difficile controllare “la regolarità delle lezioni, delle interrogazioni”, vista la distanza e una telecamerina collegata al pc. Sono accaduti anche casi di “genitori” che suggerivano risposte ai ragazzi. La “non presenza reale e fisica”, in sintesi, complicava, e molto, il normale andamento delle lezioni. A qualcuno si “spegneva la telecamera”. A qualcun altro “il computer”.

Ma in termini più generali “il rapporto solo tecnologico aveva sostituito quello empatico, faccia a faccia, tra studenti e alunni”, tiene a puntualizzare Antonella. Questo, senza dubbio, l’aspetto più traumatico della lunga fase covid vissuta senza i banchi di scuola. “Ma quest’anno, da settembre – sottolinea ancora la prof – abbiamo ricostruito i rapporti in classe, in alcuni casi partendo da zero. Colmando il vuoto della fase precedente”.

Sono passati meno di tre mesi e nel frattempo la curva dei contagi continua a salire. Impazza il dibattito ministeriale a colpi di circolari su quanti studenti debbano risultare positivi (prima 1, poi 3 con differenze tra classi di età) perché l’intera classe si fermi. Le regole spesso cambiano da una settimana all’altra e questo rende tutto più incerto. “Per noi docenti solo pensare di tornare in Dad diventa un incubo. Come vivere un film già visto. Ed è un brutto film”. Peggio ancora per i ragazzi. “Oltre la didattica – conclude – è proprio la socialità, lo stare assieme, il condividere spazi e idee dal vivo, l’elemento insostituibile per gli adolescenti. Speriamo non se ne debbano più privare. Sennò la vedo dura”.