Autotrasporti, dichiarate ammissibili due petizioni al Parlamento Europeo: frode, elusione fiscale e sfruttamento dei lavoratori

Iniziativa di Sergio Grujic, per conto di Agorà 2.0 - MT, sul trasporto internazionale di merci su strada

Nel 2021 erano state presentate due petizioni sui temi del lavoro e dell’illegalità nel mondo del trasporto merci internazionale. L’ Iniziativa di Sergio Grujic, per conto di Agorà 2.0 – MT, è stata dichiarata ammissibile lunedì scorso.

Nella prima petizione il firmatario afferma che, sebbene gli autotrasportatori accolgano con favore il divieto di trascorrere i regolari periodi di riposo nella cabina dei loro veicoli, l’infrastruttura per provvedere ai conducenti è gravemente carente. Inoltre, i controlli in relazione a tale aspetto sono tecnicamente inapplicabili, in quanto i vari conducenti hanno una miriade di orari diversi, anche per quanto riguarda i periodi di riposo. Il firmatario sostiene che la legislazione europea in tale ambito è stata elaborata sulla base di principi sbagliati e che si sarebbe dovuta invece concentrare sugli aspetti che portano gli autotrasportatori a trascorrere lunghi periodi al di fuori del loro luogo di origine. Il firmatario suggerisce di introdurre l’uso obbligatorio del trasporto intermodale per i tragitti superiori a 1 800 km e di imporre che l’attività principale delle imprese di trasporto su strada riguardi viaggi da e verso il loro paese di origine.

Nella seconda petizione il firmatario lamenta che il trasporto europeo di merci su strada si basa sulla frode, l’elusione fiscale e lo sfruttamento dei lavoratori. Sostiene che l’apertura delle frontiere dell’UE consente l’evasione fiscale, lo sfruttamento dei lavoratori e la concorrenza sleale. Spiega che molte imprese di trasporto si trasferiscono dall’Italia in Europa orientale per risparmiare sui costi di gestione e del lavoro e sulle tasse e che gli autotrasportatori sono gli unici lavoratori al mondo che non hanno accesso ai servizi sanitari, né sul luogo di lavoro né sul luogo di riposo.

La speranza adesso è che si apra un serio dibattito nel Parlamento europeo sui temi proposti dalle petizioni.