Stellantis, a Melfi nuovo stop: dal 2 al 7 marzo

Fermo della produzione a causa dei problemi collegati all’approvvigionamento di microchip

La direzione dello stabilimento Stellantis di Melfi ha annunciato ai sindacati che un nuovo stop della produzione a causa dei problemi collegati all’approvvigionamento di microchip. L’attività sarà sospesa su tutto lo stabilimento dalle ore 22 del 2 marzo alle ore 6 di lunedì 7 marzo. Lo ha reso noto in serata il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista.

“Ormai è chiaro che l’obiettivo programmato da Stellantis di produrre a Melfi 24 mila veicoli a febbraio e 30 mila a marzo non sarà raggiunto, anche perché si prevedono altre fermate nelle prossime settimane. Come Fim avevamo già espresso le nostre perplessità nei giorni scorsi sul prosieguo lavorativo e organizzativo a Melfi.

Il continuo stop alla produzione, oltre a confermare le nostre perplessità, penalizza fortemente i livelli produttivi dello stabilimento e del suo indotto e impatta in modo significativo sul salario dei lavoratori”.

Secondo Evangelista “per giungere ad una condizione di normalità, anche alla luce della carenza di semiconduttori che condizionerà la produzione per tutto il 2022, l’azienda deve mettere in atto un’attenta programmazione delle produzioni per dare continuità lavorativa e la dovuta attenzione alle problematiche dei lavoratori, non solo sul versante economico, ma anche sul lato umano. Questi bruschi cambiamenti di calendario di Stellantis creano infatti instabilità sul tessuto sociale, già provato dalla pandemia e adesso anche dai venti di guerra. Oggi sono state utili le dichiarazioni dell’ad Tavares sul piano industriale del gruppo Stellantis, ma per noi è indispensabile comprendere quali sono le scelte di investimento e di prospettiva che riguardano le realtà italiane del gruppo. Chiediamo per questo che, a partire dall’incontro in sede ministeriale del 10 marzo prossimo, ci sia l’obiettivo della salvaguardia industriale, la saturazione degli impianti e la sicurezza occupazionale dei lavoratori”.