Mario Draghi croupier alla roulette della guerra

Una strategia politica e mediatica che prepara psicologicamente il popolo al peggio, una manipolazione preventiva delle possibili reazioni di fronte al “fatto compiuto”. Il razionamento dei beni essenziali non è una sciocchezza

Michele Finizio

Michele Finizio

Le parole, più di ieri, oggi sono il treno a bordo del quale viaggiano sentimenti di odio e dichiarazioni di guerra. Parole che spingono a digerire un conflitto che diventerà forse catastrofico, parole preparatorie. Un’offensiva mediatica a sostegno di una politica scellerata. “Prepararsi al razionamento energetico per allenarsi al razionamento alimentare”. Parole che spingono le nazioni europee ad avventurarsi in un azzardo storico, a ripetere orribili esperienze. Mario Draghi, se qualcuno ancora non l’ha capito, lo ha già detto chiaramente. Quella frase infelice – “pace o condizionatori” – non è una gaffe, è un’affermazione calcolata, volontariamente pronunciata, una velina passata ai media affinché capiscano su quale binario devono far convogliare le opinioni e, quindi, la propaganda di guerra.

Chi e perché ha costretto Putin all’invasione? Chi ha promesso e che cosa a Zelensky? L’invasione irachena del Kuwait, nel 1990, fu provocata da un inganno tramato ai danni di Saddam per giustificare la Guerra del Golfo l’anno successivo. Uno schema tipico adottato in diverse occasioni dai guerrafondai sparsi nel mondo, Usa in testa. Tutti, o quasi, i media occidentali, in particolare italiani e statunitensi, ogni giorno propongono quelle parole di guerra, quella narrazione martellante che anticipa il disastro. È una strategia politica e mediatica che prepara psicologicamente il popolo al peggio, una manipolazione preventiva delle possibili reazioni di fronte al “fatto compiuto”. Hanno ridotto tutto allo schema di “buoni e cattivi”, in cui i cattivi sono buoni e viceversa in base alla “patria” di residenza. Stanno giocando alla roulette nel casinò degli orrori, dove qualcuno fa il croupier al servizio di chi ha già deciso che fine farà la pallina.

Il movimento pacifista mondiale sembra scomparso forse perché nel frattempo interi popoli hanno subito decenni di interventi di anestesia alla coscienza e all’intelligenza. E questo grazie al nichilismo prodotto dal neoconsumismo patologico e da quella religione, vero oppio dei popoli, che è il neoliberismo totalizzante. Il Papa resta l’unica speranza, ma non basteranno le preghiere se i popoli non si solleveranno contro i loro leader. Adesso, non domani. Ai detentori della verità assoluta chiedo umilmente scusa se ho osato esprimere un’opinione che, in quanto tale, non è né vera né falsa, né fondata né infondata: è un’opinione. Se siete capaci di un pensiero critico può servire come tutte le altre opinioni.

©Riproduzione riservata