Indotto Stellantis Melfi, sciopero di 4 ore contro la manovra di bilancio

Calamita (Fiom Cgil): "Attacca le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, le donne, i giovani e ancor più penalizzato risulta il Sud"

Si è tenuta nella giornata odierna la riunione con i delegati indotto Stellantis Melfi della Fiom Cgil per discutere e affrontare le ragioni dello sciopero indetto dalla Cgil e dalla Uil sulla manovra. “Una manovra sbagliata – afferma Giorgia Calamita, della Fiom Cgil Basilicata – perché attacca le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, le donne, i giovani ancor più penalizzato risulta il sud, che vede aumentare il divario nel paese e le condizioni delle persone diventano ancor più critiche, l’impatto della crisi energetica, l’aumento dell’inflazione del 11.8 e del caro vita, ormai si è poveri pur lavorando.

A questa situazione si aggiunge la precarietà del lavoro e l’incertezza su prospettive occupazionale dovute dalle crisi industriali, in particolar modo nel settore dell’auto, per l’assenza di politiche che possano garantire una transizione ecologica e tecnologica per il futuro industriale e occupazionale nel nostro paese. Durante la discussione sono emerse le tante difficoltà dei lavoratori del polo produttivo automotive di Melfi, che da troppo tempo stanno perdendo salario, e l’utilizzo massiccio di cassa integrazione. L’incertezza occupazionale, le continue riorganizzazioni di Stellantis e le operazioni di efficientamento stanno mettendo a rischio la tenuta occupazionale di tutta la filiera della componentistica e della logistica.

Rivendichiamo – afferma Calamita . un confronto sindacale che metta al centro la valorizzazione e le competenze dei lavoratori per rilanciare l’area industriale di Melfi: l’accordo di Giugno 2021 ha dato la possibilità di effettuare la transizione elettrica che dovrà avvenire con la garanzia occupazionale e salariale per tutti i lavoratori coinvolti. Nonostante il tavolo regionale dell’automotive e le promesse del governo regionale di portare al tavolo Stellantis per discutere di un piano industriale che metta in sicurezza tutti i lavoratori dell’area industriale, a oggi non è dato sapere se le aziende della componentistica abbiano acquisito le commesse per le nuove vetture. I lavoratori, a partire da quelli della logistica, vivono il pericolo di perdere il loro posto di lavoro e tutti gli ammortizzatori sociali sono ormai al termine.

La Fiom Cgil – conclude Calamita – ritiene che il nuovo Governo dovrà aprire un confronto urgente con il sindacato sulle politiche industriali, salariali e occupazionali. Al contrario, con la Legge di bilancio, questo governo sembra accanirsi sui lavoratori e sulle parti più deboli della società, con politiche fiscali che penalizzano i redditi più bassi e con la reintroduzione dei “voucher” che aumenta la precarietà del lavoro e persino proponendo la cancellazione del reddito di cittadinanza. Ci vogliono investimenti sull’industria, servono nuovi ammortizzatori sociali e interventi sulla formazione per riqualificare le competenze dei lavoratori, con un aumento della copertura economica dell’indennità di cassa e la difesa delle misure di sostegno al reddito per chi ha perso il posto di lavoro ed è caduto in povertà. Una riforma fiscale progressiva che aumenti il netto in busta paga, tuteli il potere d’acquisto dei redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione, rafforzi la contrattazione collettiva, detassando gli aumenti salariali nel Ccnl, contrasti la dilagante evasione fiscale per incrementare gli investimenti e la spesa sociale su sanità e istruzione pubblica e dire un forte no alla cosiddetta autonomia differenziata”.