Senise da nove giorni senz’acqua: “si chieda lo stato di emergenza”

"Oggi si apprende che il by pass della condotta da Timponi a Pettirosso ha problemi di portata"

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“Sono nove giorni che il popolo di Senise vive in silenzio e con sacrificio, capendo le difficoltà iniziali che gli Enti, Acquedotto e Comune, hanno riscontrato nella ricerca di soluzioni. Oggi si apprende che il by pass della condotta da Timponi a Pettirosso ha problemi di portata. Un fallimento. Continueremo a non avere acqua pur essendo il paese dell’acqua. A Parlare è l’ex sindaca Rossella Spagnuolo.

Non si cercano i colpevoli…-aggiunge -perché la colpevolezza è nel sistema malato di approssimazione nelle infrastrutture, alla fonte e da sempre. Non si pensa mai alla manutenzione o a creare alternative quando il problema non c’è, sono le emergenze a svegliare le menti, purtroppo. Ciononostante, alcuni passaggi, come chiedere lo Stato di Emergenza, non sono stati consumati.

Nel 2017 da sindaco chiesi lo Stato di emergenza per la mancanza di acqua irrigua, -continua Spagnuolo- adesso mi pare un po’ più grave la situazione è un atto dovuto e mi auguro che il sindaco proceda a richiederlo per iscritto.

Penso agli anziani, agli ammalati in casa e nelle strutture, alle attività chiuse. Occorre una soluzione e occorre anche pensare ai ristori economici perché oltre il danno avremo la beffa dei costi elevati dell’acqua. E le attività hanno diritto al risarcimento per mancato guadagno. Si pensi anche ad elargire un contributo per l’installazione di serbatoi, sia domestici che privati. Non serve puntare il dito o scendere in piazza, però la voglia ti viene quando finanche le ore di erogazione provvisoria scelte ( 11:00/15:00) creano disagi a chi lavora che dovrà prendere permessi e ferie ( chi può). E chi rientra la sera ? Capisco -conclude l’ex amministratrice- che non è facile fronteggiare una situazione -conclude l’ex sindaco- di tale portata che impatta prima di tutto sull’igiene pubblica e poi anche sugli aspetti economici, però adesso non si può più stare in silenzio”. “Si chieda lo stato di emergenza”.

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