Strage migranti Crotone, a Potenza un sit in

Per manifestare la propria vicinanza ai familiari delle vittime

Per tutti questi motivi Cgil Potenza, le associazioni Arci, Filef, Articolo 21 Basilicata, Libera, Cooperativa La Mimosa, Rose di Atacama, Auser, Cestrim, Cooperativa Adan, Human Flowers, Comitato per la pace di Potenza, Insieme Onlus, Rete degli studenti medi e le segreterie regionali di Pd, Italia Viva, Articolo Uno, Unione Popolare e Movimento cinque stelle, scenderanno domani in piazza. Di seguito la nota 

“Sindacato, associazioni, organizzazioni del terzo settore e mondo della politica scenderanno in piazza a Potenza domani venerdì 3 marzo con un sit in piazza Mario Pagano, alle 17, per manifestare la propria vicinanza ai familiari delle vittime in mare della strage di Crotone e protestare contro le politiche migratorie in Italia e le inaccettabili dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ancora in queste ore il mare restituisce corpi di naufraghi, mentre sul posto professionisti e volontari cercano di dare un minimo di sollievo a chi si è salvato. I morti si conteranno a decine. La ricerca delle responsabilità, purtroppo, non può limitarsi a quella degli scafisti ma chiama in causa un sistema che, in assenza di corridoi umanitari legali e in presenza di Trattati che prevedono protezione delle frontiere e respingimenti come antidoto a chi fugge da contesti di guerra, miseria, soprusi, nei fatti alimenta tragedie come questa.

Siamo di fronte a uno dei più gravi naufragi degli ultimi anni, che aggrava uno stillicidio continuo che fa del Mar Mediterraneo un enorme cimitero. Le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo del 9 febbraio scorso hanno indicato una riposta sbagliata e antistorica al tema delle migrazioni: quella del rafforzamento della protezione delle frontiere. Nessuno nega che sia necessaria una gestione integrata su questo tema, ma l’integrazione delle risposte non si può fondare sulla gestione dei flussi come tema di sicurezza e di ordine pubblico.

E invece, ancora una volta la strage di Cutro ci racconta di una gestione delle politiche migratorie sbagliata e inumana. Ma se possibile le parole del Ministro Piantedosi sono ancora più agghiaccianti delle immagini di quei corpi sulla sabbia. Sono una ulteriore violenza per i morti e lo sono certamente per i sopravvissuti. Sostenere, come ha fatto il ministro nelle dichiarazioni pubbliche, che anche da disperati non bisogna mettere a rischio la vita dei figli e che lui non sarebbe partito perché è stato educato a fare qualcosa per il paese in cui si vive e non a chiedere qualcosa al paese in cui si arriva significa, nella migliore delle ipotesi, non rendersi conto dei drammi che si stanno consumando in quei Paesi. Nella peggiore significa invece valutare poco più di niente la vita altrui e permettersi di giudicare ciò che non si conosce.