“Prezzo del grano dimezzato. Siamo alla fame”
La denuncia di Emilio, cerealicoltore materano. "Noi produttori siamo in grossa difficoltà. Il grano duro oggi è quotato a 35 euro, quasi la metà dello scorso anno. Lo Stato dov'è? Chiediamo venga approvata subito la Commissione unica nazionale sui prezzi"
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“Lo Stato deve intervenire controllando la concorrenza sleale. Quanto grano e cosa arriva dal Canada?”. Parte così la denuncia di Emilio, cerealicoltore del Materano e da alcuni anni aderente a LiberiAgricoltori. In queste settimane fa i conti, come tutti i suoi colleghi, con il ribasso della quotazione del grano duro, sceso a 35 euro a quintale, quasi la metà dello scorso anno. “È vero che lo Stato ci ha aiutato almeno in parte durante la pandemia e poi con la guerra in Ucraina, ma non basta-è il suo affondo-ci vogliono regole certe”.
Se, rispetto allo scorso anno, c’è stata una leggera discesa dei costi di produzione, tra carburanti e concimi, stimato intorno al 20%, ciò non ripaga l’abbassamento del valore del grano quotato a cifre ormai prossime ai 30 euro al quintale. “Per noi è un gioco al ribasso, il mercato vuole strozzarci e i trasformatori del grano si rivolgono a noi solo quando gli conviene, altrimenti fanno come gli pare. Mulini, agroindustria soffrono di meno. Loro possono aumentare il prezzo del pane o della pasta, noi invece che produciamo siamo l’anello debole su cui si scaricano le conseguenze peggiori dei ribassi”.
E poi l’attacco sul made in Italy. “Siamo noi che andiamo tutelati, noi che lavoriamo la terra. É questa l’unica garanzia, che poi diventa garanzia anche per il consumatore, lo Stato non può intervenire solo in guerra e pandemia e poi passato il santo, passa anche la festa. È sempre lo Stato che deve mediare tra gli attori della filiera per un’equa distribuzione dei profitti”. E ribadisce il concetto. Ci vogliono regole certe, in sintesi. “Ripeto, chi controlla quantità e qualità di grano di provenienza estera, chi garantisce al consumatore finale che quel grano non diventi made in Italy aggirando le regole tramite particolari giochi di prestigio?”.
E infine, ma non per importanza, la richiesta che venga attivata la commissione Cun (Commissione unica nazionale) sul prezzo del grano. “Solo così si riesce a regolare un unico prezzo nazionale e che sia trasparente – conclude – Siamo in attesa, tra un Governo e l’altro, che venga approvata l’apposita commissione, che ad oggi è congelata. Siamo in attesa che si scongeli e l’attuale ministro all’Agricoltura si è detto favorevole”.