Incontro Stellantis Melfi, nessuna garanzia sui volumi produttivi

Preoccupazione della Fiom per futuro stabilimento e indotto. Tavolo aggiornato a domani

La Fiom Cgil di Basilicata continua ad essere preoccupata rispetto al futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi a seguito dell’incontro che si è tenuto oggi con l’azienda. La prospettiva della produzione di un quinto modello, su cui allo stato attuale non c’è certezza assoluta avvenga a Melfi in quanto l’azienda ha posto come condizione un efficientamento della produzione, avverrà a fronte di un ulteriore utilizzo del contratto di solidarietà dal 21 agosto 2023 al 4 agosto 2024 all’80% e di ulteriori trasferte a Pomigliano e a Termoli, che interesseranno 1270 lavoratori e lavoratrici.  L’azienda ha inoltre confermato l’insourcing per alcune linee di produzione, che andranno ad impattare ulteriormente sull’indotto già provato dalla mancanza di commesse. La Fiom Cgil si è pertanto riservata di firmare l’accordo sul contratto di solidarietà e sulla gestione delle trasferte, continuando a ritenere questi ultimi degli esuberi mascherati.

“Così come a giugno 2021, quando firmammo il contratto per la produzione dei nuovi quattro modelli – afferma la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita – firmeremo nuovi accordi solo sulla base di garanzie occupazionali. L’utilizzo del cds può servire solo a governare la fase di transizione ma non può essere strumento di contrattazione. È necessario che Stellantis dia indicazioni precise sulle ricadute in termini di volumi di produzione tenuto conto che è già stata annunciata una riduzione da 1200 a 900 vetture da dopo agosto. Pertanto il tavolo è stato aggiornato a domani quando ci auguriamo l’azienda dia risposte concrete su questo punto.

Ribadiamo che la Fiom Cgil è per la transizione energetica, unica strada percorribile per combattere i cambiamenti climatici, ma la transizione non può avvenire sulla base di un efficientamento che significa riduzione del personale e peggioramento delle condizioni di lavoro. Non ci accontenteremo di un aumento dei numeri di modelli che, senza indicazioni sui volumi produttivi, non sono a garanzia della tenuta occupazionale sia per lo stabilimento Stellantis che per tutta l’area industriale di Melfi”.