Il “Canto Meridiano” del Festival Duni dal 29 settembre al 19 novembre nelle chiese e nei palazzi nobiliari di Matera

La XXIV edizione del festival di musica antica di Matera comincia con un appuntamento dedicato alla riscoperta del compositore materano del 600 Donato Ricchezza; tra gli ospiti il vihuelista australiano John Griffiths, l’ensemble francese Les Arts Florissants, Pino De Vittorio con gli spagnoli Capella de Minestrers, il clavicembalista Enrico Baiano e il pianista Emanuele Arciuli

Il Festival Duni, uno dei più antichi festival musicali del sud d’Italia, offre anche quest’anno 15 appuntamenti dedicati alla musica tra rinascimento e barocco con incursioni nel mondo della musica contemporanea: la rassegna si svolgerà in alcuni tra i più bei luoghi storici di Matera (la cattedrale, la chiesa di San Giovanni Battista, il palazzo Viceconte e il teatro Guerrieri), un incontro di studi su Vivaldi al Palazzo Marchesale di Pomarico nonché una maratona multidisciplinare dedicata a Molière completeranno la proposta culturale del 2023.

“Nel 2024 il Festival Duni celebrerà il suo primo quarto di secolo. Un traguardo raro tra i festival musicali dell’Italia meridionale e sicuramente il più longevo specializzato in musica antica dopo il Leonardo Leo della Puglia” spiega Dinko Fabris, Direttore artistico del Festival Duni “Per prepararci a questo evento significativo per Matera abbiamo concepito con il suo fondatore e vero motore propulsore, Saverio Vizziello, una formula “ponte”, che unisca come sempre artisti tra i più affermati della scena “antica” internazionale, alcuni per la prima volta a Matera e in Basilicata, e giovani interpreti in ascesa che hanno avviato da sud una prestigiosa carriera. I temi sono in apparenza eterogenei, ma in realtà è possibile individuare dei percorsi coerenti che collegano in una sottile trama tutte le proposte. Abbiamo scelto di proseguire nella nostra ideale esplorazione del paesaggio sonoro del passato dalla originale prospettiva del sud, vista la naturale posizione mediterranea della “città dei Sassi”, ma sempre in una prospettiva europea, confermata dalla nostra presenza nel REMA (Reseau Européen des Festivals de Musique Ancienne). Dopo l’ascolto, scelto come tema dell’edizione 2022, quest’anno esploriamo la voce impegnata nel cantare meridiano, com’era definito anticamente il canto incantatorio delle Sirene mediterranee”.

La XXIV edizione del Festival Duni comincia venerdì 29 settembre alle ore 20:00, nella Cattedrale di Matera, con un concerto dedicato a Donato Ricchezza compositore che ebbe un ruolo di primo piano nella Napoli di fine Seicento ma che solo di recente è stato riscoperto da Antonio Florio, che ne ha diffuso anche la notizia della nascita a Matera scoperta da Cristina D’Alessandro.  Trasferitosi dalla Lucania a Napoli divenne allievo del più importante maestro napoletano del secolo, Francesco Provenzale, al Conservatorio di S. Maria di Loreto e fu poi ammesso alla Real Cappella come virtuoso di violino, prese in seguito i voti divenendo maestro di cappella dell’Oratorio dei Filippini, oggi più noto come Oratorio dei Girolamini di Napoli, dove sono conservate tutte le sue opere. Musicologo, compositore e direttore della Cappella Neapolitana, Florio eseguirà col suo celebre ensemble di voci e strumenti storicamente informati Il Nabucco e Il Cigno di Polonia di Ricchezza. Il concerto sarà preceduto da una introduzione a cura di Cristina e Domenico D’Alessandro.

Il Festival 2023 presenta numerosi appuntamenti con alcuni dei più apprezzati esecutori della scena internazionale: sabato 30 settembre nella chiesa romanica di San Giovanni Battista di Matera Ester Facchini e Franco Pavan eseguiranno arie e brani per arciliuto del primo Seicento Italiano (“Il giardino di Giulio Caccini “), domenica 1 ottobre tra gli affreschi di Palazzo Viceconte, nel cuore della Civita di Matera, l’Ensemble Micrologus porta nella città dei Sassi il suo repertorio dedicato alla musica nel Regno di Napoli nel progetto Bello tiempo passato, in collaborazione con il Consolato di Spagna e l’Instituto Cervantes di Napoli.

Tra le sale di Palazzo Viceconte giovedì 12 ottobre il musicista e musicologo australiano John Griffiths, il massimo esperto mondiale della vihuela (strumento a corde tipicamente spagnolo del Rinascimento) presenta sei fantasie raramente ascoltate delle 33 del vihuelista spagnolo del XVI secolo Enríquez de Valderábbano contenute nella raccolta Silva de Sirenas. Ancora un programma dedicato alla vihuela, questa volta in associazione con la voce,  domenica 29 ottobre: Maria Cristina Kiehr e Ariel Abramovic eseguiranno musiche di autori spagnoli del Cinquecento con il progetto “Immaginario”.

Dalla Spagna a Napoli, in viaggio per il Mar Mediterraneo con la Cappella de Ministrers: domenica 22 ottobre direttamente da Valencia arrivano a Matera le villanelle napoletane e le danze del Rinascimento di Mediterrània. Un mar de música, un lavoro con cui la Capella de Ministrers rivendica la personalità mediterranea che unisce da secoli Napoli e Spagna, sottolineata da sempre dall’ensemble spagnolo sia nelle registrazioni che nelle esibizioni dal vivo. Tra gli esecutori l’italiano Pino De Vittorio, considerato il più grande attore-cantante della tradizione meridionale tra colto e popolare.

Venerdì 13 ottobre ritorna dopo due anni l’ensemble francese di musica barocca più famoso al mondo, Les Arts Florissants diretto da Paul Agnew. Sarà presentato uno stimolante confronto tra i madrigali dei due maggiori protagonisti della storia musicale italiana a cavallo tra Cinque e Seicento: Carlo Gesualdo da Venosa e Claudio Monteverdi, due compositori nati a un anno di distanza l’uno dall’altro che spingeranno la composizione musicale in due direzioni radicalmente diverse.

Il concerto di mercoledì 1 novembre eseguito dall’Orchestra Barocca del Festival Duni resta nel solco della Scuola Napoletana con un programma dedicato a Scarlatti e Pergolesi mentre All’amata lontana, originale progetto dedicato alle “lettere amorose” in musica, in programma sabato 18 novembre nella chiesa di San Giovanni Battista, indaga le opere di soggetto  amoroso da Monteverdi a Beethoven grazie alla voce di Carlotta Colombo e l’arpa barocca di Chiara Granata con letture scelte e commentate da Dinko Fabris.

Una giornata di studio e confronto è prevista sabato 11 novembre con l’incontro Eseguire Antonio Vivaldi oggi ospitato all’interno delle sale del Palazzo Marchesale di Pomarico a cui seguirà l’esibizione dell’Orchestra Sinfonica di Matera con prime parti barocche diretta dal prof. Francesco D’Orazio e con la partecipazione del controtenore Nicolò Balducci sulle Arie sinfoniche e concerti di Antonio Vivaldi.

Domenica 5 novembre sarà una giornata completamente dedicata al genio di Molière con una maratona artistica che vedrà alternarsi danza, musica e teatro sul palco del Teatro Comunale Guerrieri: alle 11:00 si comincia con l’Orchestra Barocca del Festival Duni, Direttore Francesco D’Orazio; alle 12:00 andrà in scena Le Bourgeois gentilhomme di Lully e Molière suite di danze del 1670 con le coreografie di Marco Magrino e Rossella Iacovone; alle 17:00 la programmazione continua con il film Molière di Ariane Mnouchkine introdotto e illustrato da Nanni Coppola; infine alle 20:30 nell’Auditorium del Conservatorio di Matera la voce recitante di Flavio Insinna accompagnerà l’Orchestra Sinfonica di Matera diretta da Rino Marrone sull’opera di Richard Strauss Il Borghese Gentiluomo.

Concerto dedicato a Georg Friedrich Händel venerdì 20 ottobre a Palazzo Viceconte: Enrico Baiano al clavicembalo e Tommaso Rossi al flauto eseguiranno le Sonate per flauto e basso continuo del compositore tedesco. Baiano è considerato uno dei cembalisti più importanti del nostro tempo e suonerà per la prima volta a Matera.

Venerdì 17 novembre la voce di Furio Zanasi accompagnata dall’Ensemble La Chimera con liuto e direzione di Eduardo Egüez offre la rara ricostruzione storica di un “Concerto per il Cardinal Montalto” ossia musiche che furono eseguite intorno al 1620 nella cerchia del più melomane dei cardinali romani del barocco.

Chiuderà il Festival domenica 19 novembre l’esibizione di Emanuele Arciuli uno dei massimi interpreti della musica del XX e XXI secolo con particolare riferimento ai compositori statunitensi, con le 36 variazioni sulla canzone El pueblo unido jamás será vencido di Frederic Rzewski nel Teatro Comunale Guerrieri. Arciuli, da anni docente di pianoforte al Conservatorio di Bari ma attivo in tutto il mondo, è stato nominato nei giorni scorsi Accademico di Santa Cecilia. Esegue un grande classico del Novecento a sfondo sociale che apre e chiude con lo stesso tema, sostanzialmente invariato, ricordando nella struttura formale incipit e coda delle celebri Variazioni Goldberg di Bach. Arie e cellule tematiche molto note si rincorrono in questo poderoso lavoro simbolo di lotta alla libertà, a partire dalla dittatura di Pinochet in Cile che si estende poi a tutti i regimi del mondo in senso lato cercando di esprimere il canto e i sentimenti di tutti i Sud del Mondo.

CAPPELLA NEAPOLITANA Ensemble fondato nel 1987 da Antonio Florio inizialmente col nome di Cappella della Pietà de’ Turchini, è costituito da strumentisti e cantanti specializzati nell’esecuzione del repertorio musicale napoletano di Sei e Settecento e nella riscoperta di compositori rari. L’originalità dei programmi ed il rispetto rigoroso della prassi esecutiva barocca ne fanno una delle punte di diamante della vita musicale italiana ed europea. L’organico dell’Orchestra Cappella Neapolitana varia a seconda del repertorio affrontato, anche se molti elementi sono presenti fin dalla fondazione nel 1987. Dal 2016 l’Orchestra è ospitata in residenza presso la Domus Ars di Napoli, ed agisce come centro di ricerche e produzione nel campo dell’antica musica dell’Italia meridionale. Presidente onorario della nuova orchestra Cappella Neapolitana è il critico musicale di fama europea Juán Angel Vela del Campo. Consulente per le ricerche musicologiche, fin dalla creazione, è il musicologo italiano Dinko Fabris.

ANTONIO FLORIO Nato a Bari, riceve una formazione classica diplomandosi in Violoncello, Pianoforte e Composizione al Conservatorio di Bari sotto la guida di Nino Rota. Approfondisce in seguito lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca. Dopo aver dato vita, nel 1987, all’ensemble i Turchini, si dedica con pari impegno all’attività concertistica e ad un’intensa ricerca musicologica, esplorando soprattutto il repertorio della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando in quest’ambito capolavori dell’opera assolutamente inediti e curandone la proposta per i più prestigiosi teatri europei e italiani. Non meno impegnativa è la sua attività didattica: ha tenuto seminari e masterclass sulla vocalità barocca e sulla musica da camera per il Centre de Musique Baroque di Versailles, per la Fondation Royaumont e per il Conservatorio di Toulouse. È, inoltre, titolare della cattedra di Musica da camera del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli dove svolge un corso universitario sullo stile e il repertorio barocco. È direttore artistico dello “Scarlatti LAB” , laboratorio per la musica barocca a cura dell’Associazione Scarlatti di Napoli.

FRANCO PAVAN Laureato con lode sia in liuto che in musicologia a Milano, ha collaborato con i più importanti ensemble italiani di musica antica e ha suonato nelle più importanti sale da concerto d’Europa e del mondo. Ha registrato oltre 50 CD e vinto premi come il Gramophon Award, il Diapason d’Or, il Premio Vivaldi della Fondazione Cini di Venezia. Il suo disco solista “Le Mouton Fabuleux” è il vincitore del “Premio del Disco Amadeus 2009”. Nel 2012 inizia la collaborazione in duo con la flautista Dorothee Oberlinger e fonda l’Ensemble Laboratorio’600 per l’etichetta Glossa. È docente di Liuto presso il Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona. Nell’aprile 2014 gli viene conferito il titolo di Cultore della Materia di Storia della Musica presso l’Università di Padova. Come musicologo ha scritto articoli sulla storia del liuto e sulla musica del primo Seicento, con un importante lavoro su nuovi documenti su Claudio Monteverdi e Carlo Gesualdo. Ha collaborato alla nuova edizione di The New Grove Dictionary of Music and Musicians e a Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Fa parte del comitato editoriale del Journal of the Lute Society of America.

ENSEMBLE MICROLOGUS Nato nel 1984, l’Ensemble Micrologus è stato tra i primi a contribuire alla riscoperta della musica medievale. Grazie a un rigoroso approccio filologico e alla ricostruzione di strumenti d’epoca, l’ensemble è in grado di ricreare le sonorità del tempo; l’indiscussa abilità è stata ben presto riconosciuta sia in Italia che all’estero, con tour in Europa, Nord Africa, Asia e Americhe e l’assegnazione di riconoscimenti nazionali e internazionali. I Micrologus non sono stati però solo tra i pionieri della riscoperta della musica medievale: hanno saputo cogliere lo spirito con cui interpretarla oggi, portando il proprio esperimento sonoro anche all’interno di feste e rievocazioni storiche, a partire dal Calendimaggio di Assisi, e allestendo negli anni oltre trenta spettacoli diversi. L’ensemble ha anche realizzato colonne sonore per il teatro e il cinema – la più nota, quella per Mediterraneo di Gabriele Salvatores – e ha collaborato con importanti musicisti contemporanei quali i Fratelli Mancuso, Giovanna Marini, Banco del Mutuo Soccorso, Daniele Sepe, Vinicio Capossela. I Micrologus possono contare sulla competenza in materia dei membri fondatori Patrizia Bovi, Gabriele Russo, Adolfo Broegg (scomparso prematuramente nel 2006) e Goffredo Degli Esposti. Qui la locandina con il programma