“Meloni ci ha abbandonati al nostro destino: il sazio non crede al digiuno”

Le parole 'senza speranza' di un 50enne ex reddito di cittadinanza. "Siamo nel limbo: occupabili in una terra dove non c'e' lavoro"

“Non so usare paroloni, ho la terza media, ma di sicuro so che il sazio non crede al digiuno”. Franco, poco più di 50 anni, è un ex reddito di cittadinanza, e rientra tra gli ‘occupabili’, secondo la nuova legge dell’esecutivo Meloni. La sua sfortuna, tra le altre, è quella di vivere in un paesino del Vulture Melfese, di non avere più le braccia per fare il muratore, e soprattutto di non avere dimestichezza con i nuovi media, internet, ecc.

“Da luglio non percepiamo più niente in quanto ritenuti ‘occupabili’ – ci racconta – e non appena possibile ho cercato di fare la trafila necessaria per rientrare nella ‘platea’ che in futuro, forse, tornerà a prendere quel famoso assegno da 350 euro in attesa di un vero lavoro “. Ma già “la trafila” di cui parla, gli sembra qualcosa di inutile e poco pratico.

“Come puntare su un terno al lotto – confessa – sono andato a Melfi, all’Ufficio del Lavoro, da lì mi hanno consigliato due agenzie interinali a cui iscrivermi. E ci sono andato. Abbiamo parlato, mi hanno stretto la mano e mi hanno detto che mi faranno sapere se ci saranno opportunità lavorative o corsi da seguire”. Il quando, cioè i tempi entro cui ciò potrebbe accadere, resta un’incognita. Per non parlare dell’iscrizione alla Piattaforma nazionale obbligatoria per continuare a sperare in quelle ultime briciole e in quelle opportunità ancora concesse dall’esecutivo di centrodestra.

“Pensate che anche al sindacato, e loro lo fanno per mestiere, hanno avuto difficoltà ad accedere alla Piattaforma. Dopo 10 giorni di tentativi sono riusciti ad iscrivermi”. Meccanismi farraginosi. Nel frattempo, in questi mesi, Franco e gli altri ‘occupabili’ restano nel limbo degli invisibili.

“Ma secondo voi se qui ci fosse lavoro per chi ha oltre 50 anni come me, starei a fare queste elemosine? E’ il lavoro che manca. E sapendo questo, chi ha fatto la nuova legge, ha voluto solo abbandonarci al nostro destino. D’altronde il sazio non crede al digiuno”.

Ai primi di gennaio, con i nuovi progetti previsti dal Governo, forse qualcosa sarà più chiaro anche sui corsi di Formazione e di Riqualificazione al lavoro. “Nel frattempo c’è da impazzire, o c’è da arrangiarsi. Ognuno come può “, confessa Franco. Che conclude: “Alla faccia del sostegno ai più deboli. Siamo deboli, senza lavoro, ma occupabili”. Paradossi che conosce bene chi vive in Basilicata e si è sempre tenuto alla larga dai sistemi di clientela ben noti ai più. Ci si trova al palo. Nel limbo. Resterebbe solo l’emigrazione, per chi può, e per chi ha ancora la forza di crederci.