“Vogliamo il deposito delle scorie nucleari in Basilicata”

La provocazione del Consigliere comunale di Tursi, Antonio Di Matteo

Tutti noi lucani eravamo contrari al deposito unico nazionale delle scorie nucleari in Basilicata, quando nel 2003, si provò il colpo di mano a livello nazionale per ubicarlo a Scanzano Jonico. Allora avevamo da difendere la nostra fiorente agricoltura con i suoi prodotti di alta qualità e il settore turistico in costante crescita.

Sono passati 20 anni e le cose sono cambiate notevolmente, in peggio. Il Metapontino a monte è circondato da un inquinamento diffuso della matrice idrica a causa delle attività di estrazione di idrocarburi. La Diga di Senise, la cassaforte di risorsa idrica lucana, sono anni che non viene riparata per evidente incapacità tecnica di progettare una qualche soluzione che ponga rimedio alle infiltrazioni di acqua nel terrapieno. Un sistema sanitario allo sbando con un disegno di smantellamento costante di ogni presidio sanitario di prossimità. Un apparato infrastrutturale non adeguato al terzo millennio. E il problema dei problemi: i cinghiali, che hanno distrutto definitivamente qualsiasi speranza di un futuro sia per l’agricoltura che per il turismo.

La Regione Basilicata, le due Province, i Comuni che cosa hanno fatto in questi 20 anni per dare un’alternativa sociale ed economica al deposito delle scorie nucleari? Hanno con la propria incapacità acuito i problemi di un territorio che ha raggiunto un’esasperazione che soltanto degli stolti non riescono a percepire.

La gente è sdegnata. E se deve scegliere se continuare a lottare contro una Regione incapace, una Provincia inesistente, i Comuni distratti da feste e festicciole, allora preferirà accettare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Almeno la finiremo una volta e per sempre con questa ipocrisia di essere una Regione agricola e turistica, perché non è facendo le foto alle fiere o i post sui social che si risolvono i problemi delle persone. C’è uno scollamento tra quello che viene raccontato e la quotidiana misera dei cittadini lucani.

Che questa sia una provocazione nata da una discussione tra agricoltori per far capire alle cieche e sorde istituzioni che se non c’è più nulla da tutelare in Basilicata, perché si continua a dire no al deposito delle scorie nucleari? Firmato: Antonio Di Matteo, consigliere comunale di MuoviAmo Tursi