Giornata Mondiale delle Zone Umide, gli eventi di Legambiente in Basilicata

Il 2023 è stato un anno “nero” per gli ecosistemi acquatici, segnato da una continua crescita degli eventi meteorologici, specie quelli legati ai gravi danni da siccità prolungata e crisi idrica

In Italia, mentre avanzano la crisi climatica e la perdita di biodiversità, tardano ad arrivare efficaci misure per la tutela e la valorizzazione degli ecosistemi acquatici e delle zone umide, fondamentali nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, nella conservazione della diversità biologica e nel garantire i principali servizi ecosistemici. Misure quanto mai necessarie visto che il 2023 è stato un anno “nero” per gli ecosistemi acquatici, segnato da una continua crescita degli eventi meteorologici, specie quelli legati ai gravi danni da siccità prolungata e crisi idrica che hanno inciso nella tutela della biodiversità acquatica e delle zone umide. È il monito lanciato da Legambiente che, alla vigilia della Giornata Mondiale delle Zone Umide 2024 (World WetlandsDay) – quest’anno dallo slogan “Zone umide e benessere umano” – presenta il report “Ecosistemi acquatici 2024” in cui fa il punto sui principali ritardi dell’Italia sul tema, ricordando al Governo 4 priorità su cui intervenire speditamente.

Tra i tanti ritardi cronici del Paese l’immobilismo nell’istituzione di nuove zone umide di interesse internazionale: ferme a 57 quelle riconosciute secondo la Convenzione di Ramsar e 9 quelle che aspettano di essere istituite (3 in Sicilia, 5 in Toscana e 1 in Friuli-Venezia Giulia) *. Pesa poi il ritardo nell’applicazione del Regolamento UE 2021/57 (in vigore dal 15 febbraio 2023) che vieta l’uso delle munizioni di piombo nelle zone umide per la salute umana e degli uccelli acquatici; e che mette a rischio l’Italia da una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea per la sua violazione, dopo che il Governo – andando in tutt’altra direzione – emanava un provvedimento che riduceva gli ambiti di applicazione. Altro ritardo è l’assenza del nuovo decreto che regolamenta le autorizzazioni in deroga alle immissioni ittiche di specie alloctone negli ecosistemi delle acque interne. Decreto a cui si sarebbe già dovuti arrivare a fine 2023 e la cui mancata emanazione continua ad alimentare un caos ingovernabile nel panorama delle immissioni faunistiche in natura. Un rischio ancora più grave se il Ministero dovesse cedere a pressioni esterne che vorrebbero una deregulation sul tema ed una rivisitazione dello status di alcune specie oggi considerate alloctone ed estranee ai nostri ecosistemi acquatici.

Alla luce di questo, sono 4 le priorità su cui il Governo deve intervenire per il Cigno Verde: rafforzare e applicare normative ambientali per la protezione delle zone umide e degli ecosistemi acquatici, aumentando la sinergia tra le istituzioni nazionali e locali e migliorando l’integrazione tra le norme nazionali ed europee, a partire dalla corretta applicazione e integrazione delle direttive comunitarie (Habitat, Uccelli, Acque e Alluvioni); istituire nuove aree protette fluviali e nuove zone umide di interesse internazionale, a partire dalle 9 ancora in stallo; per garantire la conservazione a lungo termine e traguardare l’obiettivo di tutelare almeno il 30% di territorio e proteggerne in maniera rigorosa almeno il 10% entro il 2030, creando anche piccole aree umide minori, soprattutto nelle aree urbane, per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici nelle città; combattere le specie aliene invasive dei sistemi acquatici applicando le norme nazionali ed europee, mettendo al sicuro gli ecosistemi più vulnerabili come i corsi d’acqua e le zone umide, e approvando in tempi rapidi e senza esitazioni il previsto decreto sul tema delle immissioni delle specie ittiche di acqua dolce; contrastare l’inquinamento e le illegalità ambientali negli ecosistemi acquatici, a partire dalla piena applicazione del Regolamento UE 2021/57 che vieta l’uso delle munizioni di piombo, frenando il bracconaggio e favorendo la pesca sostenibile anche con la crescita dei tratti fluviali e lacustri no-kill dedicati alla pesca sportiva.

“L’Italia — dichiara Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente — è tra i più ricchi di biodiversità nel contesto europeo ma è caratterizzata dalla mancanza di una seria e coerente azione politica in grado di far fronte ai crescenti rischi di degrado per gli ecosistemi: dal consumo di suolo alla perdita di biodiversità aggravata dalla crisi climatica, dal contrasto dei rischi di siccità e desertificazione all’inquinamento e alle minacce legate alla deregulation venatoria. Con le 4 priorità che indichiamo al Governo chiediamo un cambio di rotta deciso per colmare tutti i ritardi, in modo da garantire il raggiungimento dei target e continuare gli sforzi della Strategia su clima e biodiversità”.

Gli appuntamenti con Legambiente

Più di 70 quest’anno gli appuntamenti sul territorio organizzati dai circoli e i regionali di Legambiente per promuovere la conoscenza degli ecosistemi acquatici in genere e valorizzare che vanno dal 2 al 17 febbraio.

Quattro gli eventi organizzati dai circoli lucani:

– 2 febbraio 2024 ore 10:30 località San Sago (CS)
Mobilitazione per la tutela e la valorizzazione del Fiume Noce

– 2 febbraio 2024 ore 16:00 Marsico Nuovo (PZ) -sede dell’Ente Parco Nazionale Appenino Lucano Val d’Agri Lagonegrese
Convegno “Il ruolo degli ecosistemi acquatici per la transizione ecologica in Basilicata”

– 4 febbraio 2024 ore 10:30 Avigliano (PZ)
L’antico “Lacus Pensilis”: passeggiata nella storia e nella natura – Raduno in località Chicone

– 10 febbraio 2024 ore 16:00 Avigliano (PZ)
Convegno su “Recupero e riqualificazione del lago di Piano del Conte”