Vibac, confermato lo stato di agitazione dopo l’incontro al Ministero

Sindacati: "l’approccio aziendale continua ad essere di chiusura al confronto ed è risultato privo di visione sul futuro del gruppo e delle produzioni in Italia"

Si è svolto oggi, 30 aprile,  al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) l’incontro richiesto alla Vibac alla presenza delle Segreterie Nazionali di Filctem, Femca, Uiltec, le Strutture Regionali e Territoriali e le Rsu dei vari siti, coadiuvati dalle nostre confederazioni. Erano presenti, inoltre, rappresentanti delle Regioni Molise, Abruzzo, Toscana e Basilicata oltre che la Direzione Aziendale supportata da consulenti e legali. Lo fanno sapere in una nota Filctem Cgil – Femca Cisl – Uiltec Uil che aggiungono quanto di seguito riportato:

Come parte sindacale abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni legate alla mancanza di un piano industriale di gruppo che determini garanzie dei livelli occupazionali sui tutti i vari siti, abbiamo sottolineato che la politica aziendale di non produrre più il film neutro, preferendo di importarlo da competitor, esteri unitamente all’ attività crescente dello stabilimento in Serbia, Vibac Balcani, non sta dando i risultati sperati che, semmai, come si evince facilmente dalla discussione in corso produce un’inaccettabile riduzione del personale sullo stabilimento di Termoli.
Inoltre, abbiamo fatto presente che anche lo stabilimento di Grumento si appresta a completare il periodo di ammortizzatori sociali e, pertanto, riteniamo necessario ed urgente avviare tavoli di confronto che mirino al rilancio dell’impresa.

Abbiamo infine esposto le nostre perplessità circa l’avvio della procedura di licenziamento adottata dall’azienda, ai sensi della L.223/91, in quanto a nostro avviso, sia per requisiti dimensionali, sia per effetti sulla chiusura di determinate linee produttive, al fine di garantire tempistiche diverse e un maggiore coinvolgimento delle parti sociali, l’azienda avrebbe dovuto adottare quanto previsto, in materia di salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo dalla L.234/21.

Le Regioni presenti all’incontro oltre ad esprimere la loro preoccupazione hanno offerto tutto il loro sostegno anche finanziario al fine di preservare l’occupazione e supportare la ripresa produttiva dell’impresa. L’azienda, in risposta alle varie sollecitazioni, si è limitata a ribadire le difficoltà ingenerate da dinamiche geopolitiche e sottolineando seri problemi di competitività non ha proposto alcuna idea rispetto al rilancio aziendale e, senza tener conto delle richieste sindacali, si è limitata all’apertura di uno spiraglio nel tentativo di guadagnare tempo in attesa di mutamenti del mercato di riferimento. La chiusura della riunione è stata, come prassi, a cura del Ministero, il quale ha rilanciato con forza le nostre perplessità procedurali, sostenendo la tesi sindacale relativa all’errata procedura. Il Ministero ha inoltre fatto presente che all’interno della L.234 ci sarebbe lo spazio di condivisione del piano industriale oltre che l’aggancio ad un ulteriore ammortizzatore che risponderebbe esattamente all’esigenza rappresentata dall’ impresa.
Le Segreterie Nazionali ritengono che il contributo del Ministero sia stato condivisibile mentre, a nostro parere, l’approccio aziendale continua ad essere di chiusura al confronto ed è risultato privo di visione sul futuro del gruppo e delle produzioni in Italia. Per le ragioni sopra espresse, continuiamo ad esprimere forte preoccupazione per il futuro del gruppo Vibac e per il mantenimento dei livelli occupazionali, confermiamo lo stato di agitazione con blocco degli straordinari e la convocazione di assemblee in tutti i siti, proseguendo nel percorso unitario di mobilitazione.