Potenza è una città che appare stanca e umiliata, chiusa in un destino già scritto

La lettera aperta di un 24enne: Neppure l'elezione del sindaco riesce a stimolare la fantasia, l’entusiasmo. Anzi, in questo momento è la rassegnazione a prevalere sulla passione, l’accettazione supina e arrendevole che avvolge e sconfigge ogni sogno

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Nicola Maria Trerotola,  24enne potentino laureato in Lettere

Sognare costa nulla; ad occhi aperti, poi, costerebbe soltanto l’immaginazione di ciascuno. Ma il problema, forse, è che il tempo che viviamo è un tempo difficile che mina proprio la capacità di immaginare. Intanto è questo il tempo di sognare, e in questo tempo la mia generazione getta le basi della propria esistenza. È questo il tempo in cui la mia generazione immagina, sogna e costruisce la propria vita, dove e come radicarla. E, per quel che mi riguarda, non ho dubbi che il sogno sarebbe, ed è, quello di vivere la mia città (Potenza), la regione in cui la mia famiglia, come del resto le famiglie di tanti della mia età, ha vissuto e costruito un futuro senza dimenticare il passato.

E tuttavia il desiderio di sognare pare mutilato da una città che appare stanca, umiliata, chiusa in un destino già scritto in un libro oramai alle ultime pagine. Neppure la elezione del sindaco della città, momento storicamente elettrico, riesce a stimolare la fantasia, l’entusiasmo. Anzi, in questo momento è la rassegnazione a prevalere sulla passione, l’accettazione supina e arrendevole che avvolge e sconfigge ogni sogno.

Mi piacerebbe sognare una città dinamica che guarda avanti con la sua storia nel cuore e nella testa, una città capace di contenere ogni speranza, auspicando di essere consegnata nelle mani di una classe politica vivace e appassionata, capace di dimostrare la passione finanche in un momento difficile come quello che viviamo, anzi proprio in un momento come questo. Mi piacerebbe immaginare la mia città nelle mani sicure di un Sindaco che nella città vede i propri sogni e che nella città si immedesimi. Nicola Maria Trerotola