Inceneritore Melfi, “cittadini di costretti a subire aggressioni ambientali”

Liberiamo la Basilicata: "Ministeri dell’Ambiente e della Salute affinché si realizzi un progetto salute con un protocollo di sorveglianza sanitaria"

Liberiamo La Basilicata in relazione al sequestro dell’inceneritore Fenice  ed agli arresti conseguenti di questi giorni  comunica quanto segue: le ragioni apportate dalla Procura della Repubblica di Potenza sono le stesse avanzate anni addietro da Liberiamo La Basilicata e precisamente in occasione delle analisi contestuali prima delle acque e poi su un campione di persone residenti nelle aree circostanti il sito ubicato a San Nicola di Melfi (Potenza) analizzandone il sangue ed i capelli. Il progetto finalizzato alla ricerca di probabili fonti di contaminazione da inquinamento chimico sulle persone che abitano in luoghi caratterizzati a vario titolo da attività dannose per l’ambiente e per la salute pubblica.

Con fondi di un gruppo di Senatori della XVII legislatura quindi totalmente gratuiti per i volontari venivano  individuati  cittadini che volontariamente volessero sottoporsi ad analisi del sangue e dei capelli presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, presieduto dal professore Tenore  che ha utilizzato i metodi indicati dall’Istituto Superiore della Sanità, al fine di verificare l’eventuale presenza di 15 metalli pesanti e PCB. Oggi siamo a parlare dell’inquinamento delle acque potabili provocate dalla mancata bonifica del sito, sito che vogliamo ricordare venne posto sotto sequestro nel 2011, bene noi comunicavamo con largo anticipo che le Conferenze di Servizio che rimandavano all’infinito la bonifica dell’area inquinata da cancerogeni e metalli pesanti avrebbe potuto così com’è effettivamente successo produrre ulteriori e più gravi conseguenze.

Oggi la Procura della Repubblica ha posto l’attenzione sull’inquinamento della falda acquifera, dato per altro più volte denunciato da Liberiamo la Basilicata ed Ehpa che nel corso degli anni passati ha realizzato ben 5 campionamenti di acque di falda,  ma oggi desideriamo ricordare che in prossimità di aziende altamente inquinanti, discariche, inceneritori, alti forni, aziende chimiche, si crea nel particolato atmosferico una miscela di pcb, diossine e metalli pesanti di varia natura. Nei casi esaminati a San Nicola di Melfi  tra gli altri metalli  sono stati rinvenuti, in quantità superiore rispetto ai limiti dettati dall’Istituto Superiore della Sanità e dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, metalli quali mercurio, cadmio, piombo, stronzio,  zinco, rame, nichel, alluminio,  Ferro. Non solo quelli, purtroppo, in quanto in presenza significativa sono stati accertati anche pcb (policlorobifenili).

Gli esami hanno confermato che dette presenze rilevate, del tutto non riconducibili a cause derivanti da abitudini di vita ed alimentari scorrette, mettono in evidenza le cause dell’inquinamento cui queste persone sono sottoposte, in virtù della loro eccessiva e prolungata vicinanza alle fonti di contaminazione. Dagli esami tossicologici eseguiti risulta inoltre evidente come le persone oggetto di indagine siano state costrette a subire vere e proprie aggressioni ambientali da elementi tossici, non solo così come si è nuovamente scoperto oggi sull’inquinamento delle acque, bensì attraverso l’inquinamento atmosferico, sotto forma di nano particelle contenenti elementi tossici quindi ancor più dannosi per l’organismo, in quanto vengono inalati, assorbiti dalla pelle, presenti anche come deposito sui capelli.

Questi elementi, una volta penetrati nell’organismo umano, vi rimangono in alcuni casi  per sempre.  Si precisa che le analisi sono state eseguite in misura prevalente su soggetti con alcune insorgenze patologiche in corso e solo in minima parte su persone che non manifestano patologie gravi.  Liberiamo la Basilicata alla luce del recente sequestro e dei recenti arresti,  avanza istanza pubblica ai  Ministeri dell’Ambiente e della Salute  affinché si realizzi un progetto salute con un protocollo di sorveglianza sanitaria su tutti quei soggetti che per motivi di residenza o di lavoro sono stati esposti per anni alle emissioni nocive del termo distruttore Fenice di San Nicola di Melfi.

Giuseppe Di Bello Presidente di Liberiamo La Basilicata