L’ospedale San Carlo di Potenza e l’illusionismo della sanità lucana

Reclutamento di medici in pensione. Dalla padella alla brace. Sim sala bim e tutto appare sotto un'altra luce

La trovata di richiamare “alle armi” medici in pensione non è esclusiva dell’ospedale San Carlo. Lo ha fatto il presidente del Veneto Luca Zaia che ha deciso di scrivere una delibera con la quale si prevede la possibilità di assumere a tempo determinato camici bianchi in pensione. Stessa soluzione avrebbe adottato il Molise. Il problema è piuttosto diffuso. La carenza di medici specialisti colpisce anche la sanità privata.

La soluzione è sempre la stessa da anni, su cui insistono i sindacati: aumentare il numero di posti nelle scuole di specializzazione. E qui casca l’asino. Perché quelle scuole le paga lo Stato. E lo Stato su questo versante ha il braccio molto corto. A farne le spese la sicurezza nei reparti e la qualità delle cure. È dura fare le notti a 65 anni. Ed è sconvolgente sapere che un anestesista di 85 anni a Mestre va ancora in sala operatoria.

Qualcuno dice che bisogna garantire le cure con ogni mezzo e a tutti i costi. Dunque, ben vengano i medici pensionati a coprire le falle del sistema. Certo è che se si va avanti così a pagarne i costi saranno solo i pazienti i quali in queste condizioni non hanno alcuna garanzia di qualità delle cure e di sicurezza nei reparti.

E dunque anche al San Carlo assistiamo all’operazione pensionati. In questo caso i richiamati alle armi sono volontari, il che complica la situazione nonostante il direttore Massimo Barresi sorrida a denti larghi. Non dipendenti, come in Veneto, ma volontari. Sono stati reclutati medici, in area anestesia, in pensione dal 2014, e questa non è garanzia di qualità né di sicurezza. La condizioni di volontario non prevede alcun rapporto di subordinazione gerarchica né precisi vincoli organizzativi, seppure nei contratti, con artifici linguistici, si prova a rimediare. L’obbligo della formazione continua non si capisce he fine faccia. Né si capisce come l’azienda ospedaliera possa rivalersi sul medico, in caso di danni per colpa grave, trattandosi di volontario. Tuttavia, è prevista la copertura assicurativa. Manca però la sostanza: quale aggiornamento professionale garantiscono medici in pensione da 6 anni? E la continuità dell’impegno da cosa è garantita? Un volontario può decidere di assentarsi una settimana senza dover dare alcuna giustificazione.

Insomma, al San Carlo, come al solito sono più originali degli altri. Vuoi mettere l’impatto mediatico del reclutamento di medici volontari? Soluzione, tra l’altro, che non risolve un bel niente, poiché i problemi sono tanti e di tutt’altra natura. Questa gloriosa iniziativa non fa che mettere a rischio la sicurezza e le cure dei pazienti con un colpo simile al passaggio dalla padella alla brace. In questo caso, però, la brace sembra più accettabile della padella. Ecco a voi l’ennesimo episodio della strategia illusionista delle politiche sanitarie lucane. Sim sala bim e tutto appare sotto un’altra luce.