Ospedale san Carlo, quando il medico confessava: abbiamo ucciso una persona video

Esattamente tre anni fa, il 29 agosto del 2014, pubblicammo una nostra inchiesta su un grave caso di malasanità all’ospedale San Carlo di Potenza. L’inchiesta era firmata da Giusi Cavallo e Michele Finizio. Oggi è il caso di ricordare che...

Il fatto. E’ il 28 maggio del 2013, un martedì come tanti altri, ma non per la signora Elisa. Lei non sa che quel giorno morirà. Non può neanche immaginarlo. Perché nessuno pensa di morire per causa di un semplice intervento chirurgico di routine: la sostituzione di una valvola cardiaca. Elisa viene dalla provincia di Cosenza. Si affida alle cure dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia dell’ospedale San Carlo di Potenza, il cui responsabile (primario) è il dottor Nicola Marraudino, originario di Salandra, molti anni trascorsi al Policlinico di Bari. La signora Elisa, 71 anni, viene portata in sala operatoria. Un intervento durato quasi 8 ore, eppure per prassi ne bastano circa 4. Che cosa è accaduto in tutto quel tempo? Sicuramente un fatto: la signora Elisa è morta. Perché?

Chi c’è in quella sala operatoria? Le nostre fonti ci dicono che l’intervento, così come risulta dal verbale operatorio, è stato eseguito dal dottor Marraudino e dal dottor Michele Cavone. In realtà all’operazione partecipano altri due cardiochirurghi: m.g. e Fabrizio Tancredi. Il primo non poteva essere lì, perché aveva fatto il turno di notte. Un cardiochirurgo che ha appena smontato dalla notte, regola inviolabile, non può operare. Naturalmente i due “intrusi” non risultano nel verbale operatorio. Qualcuno ha dichiarato il falso?

Che cosa succede in quelle ore? 

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