Finisce la cassa integrazione, a casa 38 lavoratori di Potenza e Tito

I dipendenti del Cash&Carry a febbraio 2018, termineranno la cassa integrazione senza alcuna possibilità di usufruire di ulteriori ammortizzatori sociali

La Filcams Cgil di Potenza denuncia la situazione in cui si trovano i dipendenti del Cash&Carry di Potenza e di Tito Scalo i quali, a febbraio 2018, termineranno la cassa integrazione senza alcuna possibilità di usufruire di ulteriori ammortizzatori sociali. Si tratta di 38 lavoratori, molti dei quali storici, con famiglie a carico e alcuni ultra cinquantenni, che difficilmente riusciranno ad essere ricollocati nel mondo del lavoro.

L’azienda si trova in una situazione di concordato preventivo che generalmente precede il fallimento mentre l’azienda che ha preso in fitto un ramo d’azienda, Silda, ha chiesto formalmente disdetta cessando a giorni la sua attività.

Il rischio, per i 38 lavoratori, è di trovarsi senza una occupazione da un giorno all’altro qualora non dovesse subentrare nessun altro imprenditore disposto a succedere alla Silda. È da questa estate che intere famiglie vivono nel limbo senza conoscere che ne sarà del proprio futuro.

Il centro di distribuzione Cah&Carry – spiega Pasquale Paolino, Segretario generale Filcams Cgil Potenza in una nota- è un centro tecnologicamente avanzato, con un importante parco macchina e la possibilità di lavorare tramite radiofrequenze. Una realtà produttiva importante per l’intera regione, tenendo conto che esistono solo due centri di distribuzione in provincia di Potenza e nell’intera regione.

La richiesta del concordato preventivo -aggiunge Paolino- arriva in un momento in cui l’azienda si è trovata in una condizione debitoria dovuta ad altri tipi di investimenti che nulla hanno a che vedere con la produttività dei siti e la professionalità dei dipendenti che con diligenza hanno continuato a svolgere il proprio lavoro.

Dopo alcuni incontri al Dipartimento delle attività produttive della Regione Basilicata-conclude il sindcalista-, i lavoratori fanno appello a tutta quella realtà imprenditoriale seria e capace presente in Basilicata, affinché non solo 38 famiglie possano trascorrere un sereno Natale ma venga salvata un’importante realtà produttiva”.

 

 

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