Morìa di api a Metaponto, le autorità facciano sul serio foto

Uso di diserbanti in un campo di graminacee causa la morte degli insetti melliferi

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E’ il 17 marzo 2018, a Metaponto, Contrada Santa Pelagina. Siamo nel periodo della fioritura e qualcuno, nonostante il divieto, esegue un trattamento erbicida a base di fitofarmaci su un terreno coltivato a graminacee. Peccato, però, che quel terreno confina con un altro dove si allevano api mellifere. In pochi giorni accade l’inevitabile: una moria, lenta e inesorabile degli insetti. Un danno enorme, non solo economico per l’apicoltore, ma un danno ambientale, ecologico che riguarda tutti. L’erbicida che avrebbe dovuto garantire qualche quintale in più di grano, ha distrutto la vita di migliaia di api. I tecnici del servizio veterinario dell’Asm di Matera, giunti sul posto il 29 marzo, riscontrano il peggio. Intorno agli alveari i piccoli imenotteri non sarebbero morti per malattie tipiche delle api. Nessun segno o sintomo clinico riferibile a questo tipo di malattie. E allora? Allora “sono morte per causa del trattamento di diserbante (del tipo Granstar) in quel terreno accanto”, dichiara la signora apicoltrice e proprietaria delle trenta arnie. Eppure gli “assassini” delle api sarebbero stati avvertiti in tempo: “non usate quei pesticidi”.

I campioni prelevati dalle arnie sono adesso all’esame dell’IZS di Matera per l’accertamento delle cause di morte. Intanto i “proprietari” del terreno trattato con l’erbicida sarebbero stati querelati.

Le api sono un bene tutelato dall’Unione Europea e sono animali che hanno una funzione importantissima nell’ecosistema terrestre.

Sono responsabili di circa il 70 per cento dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantendo circa il 35% della produzione globale di cibo. Perciò una cosa è certa: bisogna proteggere questo piccolo animale oggi minacciato insieme a tanti altri insetti impollinatori. Gli apicoltori vedono di anno in anno ridursi i loro allevamenti e le produzioni di mieli, le api muoiono continuamente a causa dell’uso in agricoltura di alcuni tremendi pesticidi.

Meno api, meno impollinazione, meno garanzia di biodiversità con le conseguenze nefaste dell’impoverimento botanico. Un quadro desolante dal quale partire per reagire.

La Basilicata, già martoriata da inquinamenti di ogni specie, non può permettere che agricoltori di scarso buon senso distruggano gli alveari per qualche chilo in più di grano inzuppato di diserbante. E’ assurdo che, per denaro, si produca ciò che è dannoso per la salute e si distrugga ciò che, al contrario, tutela la sanità dei luoghi, la qualità di prodotti, la salute dei cittadini.

Speriamo che il caso di Metaponto non venga trattato come una “lite” tra confinanti, vorremmo che le autorità competenti non si limitino ad accertare torti e ragioni. Qui si tratta di stabilire se esistono controlli, di accertare le responsabilità di chi dovrebbe controllare il rispetto delle leggi in materia di uso di pesticidi in agricoltura. Specie quando si tratta di terreni demaniali. Perché di terreno demaniale si tratta nella vicenda di Metaponto.

Ci auguriamo che la vicenda non passi inosservata e che intorno ad essa si sviluppi una forte attenzione dell’opinione pubblica.

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