Matera, ‘scompare’ uno dei due impianti di biometano

L'associazione Ambiente e Legalità in una nota ripercorre la vicenda

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’associazione Ambiente e Legalità sugli impianti di biometano che potrebbero sorgere in località La Martella.

Con un nostro intervento, dopo aver  descritto la situazione relativa alla Piattaforma integrata di gestione dei rifiuti urbani non pericolosi  di località La Martella, comunemente definita discarica di La Martella ci soffermammo su due impianti di produzione di bio-metano che utilizzando il FORSU- Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani- potrebbero sorgere a La Martella; nel dibattito che è nato uno si è perso…

E’ vero che l’impianto di F. Rinnovabili società agricola a.r.l. colpisce più immediatamente l’immaginario collettivo con i suoi  80.000 t/a a cui si aggiungono 10.000 t/a di materiale strutturante verde ma è anche vero che l’iter autorizzativo per questo progetto è ancora lungo e certamente è destinato a finire con un diniego perché l’istanza è improcedibile in quanto il  principio di prossimità non è rispettato, 80.000 t/a  è pari quasi a tutto il  Forsu prodotto in Basilicata che possiamo stimare in 100.000 t/a ed è in contrasto con quanto dichiarato nel  PRGR- Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti- oltre a molti altri aspetti sui quali ci soffermeremo al momento opportuno.

Nelle immediate vicinanze della discarica, a poche decine di metri, è arrivato invece a compimento l’iter autorizzativo di Tecnomec Engineering S.r.l. che prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di bio-metano  mediante trattamento anaerobico di FORSU  per 19.600 t/a. e 3.400 t/a di materiale vegetale. L’AUA- Autorizzazione Unica Ambientale- fu concessa il 4/11/2015 dall’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera a fronte di una conferenza dei servizi dove il Comune di Matera, manco a dirlo, risultò assente e non ha mai espresso un parere. Il 7/1/20 L’ufficio regionale preposto ha notificato il parere favorevole alla fase di Screening di cui al DPR 357/97 e s.m.i. per la valutazione di incidenza e di non assoggettabilità alla procedura di V.I.A.e di Valutazione di incidenza. La procedura attua la direttiva europea 92/43/CEE sulle aree protette ed è  necessaria perchè il sito interessato alla realizzazione dell’impianto rientra nel Buffer di 5 KM dal perimetro  della ZSC- ZPS codice  IT9220135 “Gravine di Matera”. Per quantità di rifiuti trattati l’impianto progettato è compatibile con il PRGR perché rispetta il principio di prossimità. Sono impianti accolti positivamente perché producono energia elettrica  e/o termica da fonti energetiche rinnovabili ma l’area industriale di “ La Martella” presenta oggettive situazioni che devono portare a far rivedere  l’AUA perché non c’è differenziazione dei fattori di localizzazione; siamo , infatti, a poche decine di metri  della “discarica di La Martella”. Le Indagini ed i monitoraggi sulle matrici suolo/sottosuolo e acque sotterranee  hanno portato, poi, a determinare l’area con accertato superamento delle CSC- Coefficiente Soglia di Contaminazione- tanto è che il 13/9/16 il Sindaco di Matera  emise ordinanza  con la quale si prescriveva il divieto di emungimento delle  acque sotterranee dei pozzi ubicati nei pressi della piattaforma di trattamento dei rifiuti in c.da La Martella. Il divieto è tuttora in essere e si estende nella fascia di suoli larga 2 Km. misurata a partire dal perimetro della piattaforma.

Le motivazioni per cui è stata emessa quella ordinanza sono tutte da ricercare  nella nota datata 3/3/16 con la quale il Dipartimento di Prevenzione Collettiva della Salute Umana dell’Asm chiedeva l’adozione di specifica ordinanza contingibile ed urgente di divieto di emungimento di acqua dai pozzi presenti nella zona. Il Sindaco emise l’ordinanza con 6 mesi di ritardo… Il 14/11/17 venne approvato il piano di caratterizzazione e l’analisi di rischio con prescrizioni molto stringenti circa il monitoraggio e che  sono state richiamate integralmente nell’A.I.A. Tutto quanto appena descritto ha determinato che nella stesura del Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette  ad AIA, la piattaforma di trattamento dei rifiuti in c.da La Martella è finita al settimo posto su 53 impianti ben prima di Italcementi che è finito al nono posto.

La classe di rischio per la piattaforma è stata valutata ALTA e con un indice rischio pari a 6,94, la frequenza delle ispezioni previste è ovviamente annuale. Gli impianti con classe di rischio Alto sono in tutto 9 rispetto ai  53 considerati. Come se non bastasse la Corte di Giustizia Europea  il 21/3/19 ha condannato l’Italia per inadempimento  alla Direttiva 1999/31/CE -articolo 14  lettere b) e c).Sono risultate essere interessate 37 Discariche di cui 23 in Basilicata e tra queste c’è quella di “La Martella” e per la quale è previsto un costo di bonifica pari a 10,5 Meuro  ed è stato necessario nominare un Commissario Regionale per ottemperare. L’intervento richiesto è di sicuro il più complesso e costoso rispetto a quelli che interesseranno o  hanno già interessato le discariche lucane. A tutto questo dobbiamo aggiungere che l’impianto di depurazione delle acque reflue posto in località “ La Martella”  è in procedura di infrazione, la 2014/2059 in materia di depurazione ed efficientamento del sistema di collettamento e depurazione. Dopo quanto appena illustrato appare evidente che l’autorizzazione rilasciata a suo tempo dalla Amministrazione Provincia di Matera deve essere riesaminata e va individuato un luogo in altre aree industriali considerando quanto prescritto nel PRGR e che indica precise incombenze in  carico al Consorzio di Sviluppo Industriale.

Pio Abiusi, Associazione Ambiente e Legalità