Covid Basilicata: ai vertici della Regione manca la bussola

Bardi, Esposito e Leone alti ufficiali che non conoscono il campo di battaglia. Danno i numeri al ribasso, ma la situazione reale è ben diversa

I responsabili principali della gestione dell’emergenza sanitaria sono il presidente della Regione, Vito Bardi, il direttore generale del dipartimento Salute, Ernesto Esposito, l’assessore Rocco Leone. Ogni tentativo di scaricare su altri le responsabilità deve essere respinto dall’opinione pubblica.

Se i dati estratti dalla piattaforma informatica Covid sono incompleti e imprecisi, l’origine risiede nell’organizzazione del sistema, nel deficit informativo, nei cortocircuiti comunicativi. Se i dati trasferiti al ministero della Salute sono parziali e privi di indagine epidemiologica, l’origine risiede nelle lacune all’interno dell’organizzazione territoriale dei servizi sanitari. Carenze e inefficienze che chiamano in causa in primo luogo la responsabilità dei vertici regionali, il loro ruolo di conduzione di tutta la macchina anti Covid.

Ebbene, il terzetto di via Anzio, specie l’uomo di punta avvezzo alle interviste facili, Ernesto Esposito, e il presidente Bardi, amante delle coccole di presunti giornalisti, non perdono occasione per ribaltare la realtà dei fatti con una narrazione auto compiacente.

In ultimo,  dovremmo ringraziarli, anzi elogiarli, per essersi accorti che le cose non quadrano: numeri bassi, pochi tamponi, gente da settimane in attesa degli esiti, dati epidemiologici confusi o inesistenti. Alla buon’ora i nostri alti ufficiali dimostrano che in fondo non dormono. Finalmente si accorgono che questa regione è messa male e non sanno fare altro che “rimproverare” i sottoufficiali e i soldati che da mesi sono in trincea equipaggiati con un fucile a scoppio e una borraccia di latta: senza ordini precisi e senza coordinate. Alti ufficiali che si guardano bene dal frequentare il campo di battaglia.

Il terzetto di via Anzio capisce, finalmente, che tante cose non quadrano, ma dobbiamo aspettare altri mesi affinché capiscano che se le cose non quadrano la responsabilità è la loro. E forse dovremo aspettare ancora più tempo affinché assumano qualche decisione che sia all’altezza della sfida in campo. Intanto, sarebbe utile fornire loro uno specchio e una bussola, nella speranza che sappiano usarli.