Basilicata. Il sistema di potere si agita con calma: dagli affari nell’energia al Pnrr

L'assessore Latronico non ci convince. Da molti mesi si stanno riaggregando portatori di interessi che alloggiano nei partiti di destra e di sinistra e che spesso convivono sotto lo stesso tetto d’affari con accordi indistruttibili e inconfessabili

Sull’energia, per intenderci sugli affari legati all’eolico e al fotovoltaico, qualcuno parla di “cambio di passo” da quando l’ex assessore all’Ambiente Gianni Rosa è stato estromesso dalla Giunta Bardi. Qualcun altro gioisce per le politiche draghiane di assalto indiscriminato alle fonti di energia per causa della guerra in Ucraina. A tal proposito è utile ricordare che nel 1973 “ospedali, scuole, uffici pubblici e privati, le abitazioni di mezza Italia erano prive di riscaldamento”. Allora la causa era la guerra del Kippur e l’embargo dei produttori di petrolio. “I petrolieri italiani – scrive Mario Almerighi, nel suo interessante libro “Petrolio e Politica” – fanno sapere che i loro depositi sono quasi vuoti.” Lo stesso Almerighi scoprì subito che si trattava di speculazione: i depositi erano pieni e i petrolieri vendevano il prodotto all’estero lasciando il nostro Paese al buio e al freddo, incassando profitti stratosferici. Scoppiò uno scandalo enorme anche perché emersero le tangenti pagate dai petrolieri ai politici.

Non vorremmo che con la scusa della guerra in Ucraina si ripeta lo scenario del 73, magari in forme diverse e più sofisticate. Oggi il prezzo del gas è stranamente calcolato su parametri di mercato “innovativi” e stravaganti. Chissà chi ci guadagna.

Non vorremmo che certa politica ne approfitti per radere al suolo quel poco che rimane del patrimonio naturalistico, agricolo e ambientale in Basilicata. I segnali ci sono tutti.

Gli affaristi dell’energia, gongolano per la bocciatura da parte della Consulta delle modifiche alle vecchie norme in materia di energia della Regione Basilicata. Modifiche che avrebbero reso la vita più difficile agli speculatori nei settori dell’eolico, del fotovoltaico, e così via. Il nuovo assessore all’Ambiente, Cosimo Latronico, non ci convince. Il suo richiamo all’obbligo di una “riflessione nuova” in materia di energia, ci preoccupa. E l’obbligo non a caso – lo dice l’assessore – “deriva dalla guerra, dall’aumento dei prezzi, dalla crisi energetica in Europa.”  Latronico è convinto: “è necessario smaltire l’arretrato dei progetti nel settore dell’energia alternativa”. Ecco, è tutto chiaro: via libera. Un linguaggio di appoggio a disegni che al momento, forse, ci sfuggono. Su questo cambio di passo convergono alcuni settori della speculazione. Si profila un tempo di autorizzazioni facili, di pozzi petroliferi resuscitati, di nuove perforazioni in terra e in mare, di fiumi, laghi e sorgenti svenduti al peggiore offerente. Un tempo d’oro per le speculazioni.

In questi mesi si riaggregano interessi che alloggiano nei partiti di destra e di sinistra e che spesso convivono sotto lo stesso tetto d’affari con accordi indistruttibili e inconfessabili. Sulla scena il denaro, la montagna di denaro in arrivo. Sullo sfondo le elezioni, il consenso, la tutela del potere acquisito e la riconquista degli spazi di dominio.  Sulle “forzature” del governo Draghi e sulle debolezze della Giunta Bardi si stanno rimescolando, in Basilicata, vecchi e nuovi ingranaggi di potere a tutela di interessi sempre più inestricabili dalle ragioni pubbliche.

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