Inchiesta Matteotti: se anche un libro diventa un caso!

Può un libro subire pregiudizio e ostilità? A San Fele il volume sul deputato socialista assassinato dal regime fascista al centro di una querelle

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del prof Donato Ricigliano autore di un libro dal titolo “L’inchiesta Matteotti e i magistrati Mauro Del Giudice e Donato Faggella” al centro di un caso nel comune di San Fele. 

A cent’anni esatti dall’avvento al potere del fascismo e a quasi altrettanti dal feroce assassinio di Giacomo Matteotti, un tascabile pensato per i tanti ragazzi delle nostre scuole, spesso inclini a confusione, nato con l’intento di ravvivare la memoria sulla natura del regime e far riflettere sulla condotta differente di due alti e valenti magistrati coinvolti nell’inchiesta, l’uno eroicamente ligio fino in fondo al dovere, l’altro permeabile alle pressioni dei nuovi padroni, ambedue di solida formazione liberale, è stato recentemente pubblicato dagli Editori Calice di Rionero in Vulture, piccola ma autorevole casa editrice, col titolo L’inchiesta Matteotti e i magistrati Mauro Del Giudice e Donato Faggella, autore Donato Ricigliano.

Un volumetto, affatto pretenzioso, che si prefigge anche lo scopo di dare il giusto risalto all’incorruttibile magistrato Mauro Del Giudice, con la speranza che gli venga riconosciuto il posto che merita nella storia d’Italia; il breve saggio, a San Fele, è sembrato ricreare l’atmosfera Br de L’ape e il comunista, a suo tempo bandito ma poi rilegittimato dagli organi giudiziari.

In corso di redazione, il libricino ha ottenuto la concessione del patrocinio dall’Anpi provinciale di Potenza, oltre che del Comune di San Fele, il quale, all’uscita del saggio ha chiesto all’autore la disponibilità, concessa, alla presentazione dello stesso nel corso dell’Estate sanfelese, salvo, poi, esserne escluso.

Pensando si trattasse di una banale dimenticanza e nella moltiplicazione dei pettegolezzi, per far chiarezza, chi scrive si è rivolto al Sindaco con una lettera aperta, per evitare che si rivolgesse all’Amministrazione comunale la grave accusa di censura.

Nessuna risposta, tuttavia, perché censura è stata, in verità, giustificata dall’arrivo al protocollo municipale di una lettera firmata da un cittadino inesistente, che tempo di eroi il nostro!, nella quale si accusava l’autore di diffamazione nei confronti del magistrato sanfelese Donato Faggella, di plagio e di nessun valore storico-scientifico della pubblicazione.

Tutto è opinabile, ovviamente, e lo scrivente è disponibile, come già dichiarato, a discuterne con chiunque.

Attenzione ai tempi, però! La lettera è stata acquisita al protocollo il 22 luglio 2022, il programma dell’Estate, che escludeva la presentazione del libro, è stato reso pubblico il 13 dello stesso mese, cioè nove giorni prima.

Sindaco veggente, dunque, avendo previsto un fatto che si sarebbe verificato successivamente! Non contento della divinazione, si è deciso di chiedere al prof. Lucio Attorre, cattedratico dell’Unibas, di giudicare il valore del libro, per il quale si attende il responso ai fini di valutare la revoca del patrocinio: c’è da atterrire!

Ho già sollevato da questo onere Sindaco e amministratori, chiedendone io stesso la revoca coram populo, prima che l’accademico, pagato con 300 euro, emetta il suo verdetto e, aggiungo, a condizione che ciò avvenga.

A chi scrive viene in mente l’Index librorum prohibitorum dei passati secoli bui o il rogo dei libri all’inizio del nazismo.

Può un libricino subire pregiudizio e ostilità?  Se a ciò si aggiunge che il testo è stato poi pubblicamente presentato a San Fele, promosso dall’opposizione consiliare del Gruppo Impegno comune, alla presenza di numerosi cittadini, di autorevoli personalità e con la totale assenza di Sindaco, assessori e consiglieri espressamente invitati, si rimane allibiti e sconcertati.

Sottrarsi al confronto sui contenuti è fatto di inaudita gravità, da non poter trovare alcuna giustificazione e contribuisce a rendere il clima politico e sociale sanfelese, dove non “si respira una dolce aria/ che scioglie le dure zolle”, ancora più cupo, in una comunità dove già si percepisce, palpabilmente, la paura di presenziare o di parlare liberamente. Il nostro Sindaco, evidentemente, non è” nato con un cuor di leone”, come attestano i fatti appena citati. Ma si sa, “il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare!”

Che dicono il segretario cittadino del Pd o quello regionale, che io chiamo in causa qui direttamente stante l’ostracismo verso la libera espressione del pensiero? Non si sottovaluti nulla, per favore, perché così si acuisce la violenza a quella Costituzione da cui sgorga ancora il sangue di chi ha liberato l’Italia dalla barbarie. Aspetto risposta.

Prof. Donato Ricigliano

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