Inchiesta sanità, indagati anche il presidente Bardi e gli assessori Fanelli e Merra

Il presidente della Giunta regionale: "Disponibile a collaborare con gli inquirenti per chiarire ogni aspetto. Vado avanti nel governo della regione"

Anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, è indagato nell’ambito dell’inchiesta della Procura Distrettuale antimafia sulla sanità lucana che all’alba di oggi ha portato all’arresto (in carcere) del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, e della sindaca di Lagonegro (ai domiciliari) Mario Di Lascio. Indagati anche gli assessori Fanelli (Sanità) e Merra (Infrastrutture) entrambi della Lega e l’ex assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, eletto con Fratelli d’Italia al Senato alle Politiche del 25 settembre scorso. Il senatore Rosa sarebbe indagato per abuso d’ufficio in concorso con il presidente della giunta regionale per presunte corsie preferenziali nell’accesso ai tamponi covid nel marzo 2020.

Il presidente Bardi -secondo quanto si apprende-sarebbe estraneo al filone di indagine che riguarda la costruzione del nuovo ospedale di Lagonegro; il suo coinvolgimento nell’inchiesta riguarderebbe una “segnalazione” per un militare della Guardia di Finanza e il cambio al vertice dell’Azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza. Tra le accuse che la Procura muove a Bardi, quella di essersi sottoposto al tampone covid, nel 2020, pur non avendone diritto. “In seguito all”impossessamento indebito – si legge nelle carte dell’inchiesta-somministravano tamponi a persone amiche asintomatiche che ne facevano espressa richiesta e che peraltro ricoprivano funzioni istituzionali di appartenenti a consessi amministrativi della Regione Basilicata e che più di qualsiasi altro cittadino dovevano essere consapevoli della destinazione non privatistica ma pubblica dei beni in questione producendo un danno al patrimonio della pubblica amministrazione quantificato 77 euro ciascuno per un importo totale pari a 1936 euro”.

Il presidente Bardi ha affidato ad una nota le sue dichiarazioni in merito al coinvolgimento nell’inchiesta. “Voglio essere come sempre trasparente con i miei concittadini: stamattina mi hanno chiamato in causa su alcune vicende oggetto di indagine. -ha affermato Bardi-Voglio prima di tutto ribadire la mia disponibilità verso le forze dell’ordine e la magistratura cui darò la massima collaborazione per fare chiarezza. In particolare, mi viene contestato di aver promesso di favorire una persona per ottenere un trasferimento di sede, fattispecie rispetto alla quale mi ritengo del tutto estraneo. In un altro filone dell’indagine, che non mi riguarda assolutamente, si paventa il coinvolgimento della criminalità organizzata calabrese, su cui auspico venga immediatamente fatta la massima chiarezza.

Vengono poi contestate -spiega il presidente della giunta regionale lucana-alcune delibere di Giunta – quindi atti pubblici, che tutti possono leggere – con le quali avremmo tentato di influenzare l’allora Direttore generale del San Carlo. Sono atti di programmazione e di indirizzo sanitario, che non avevano alcun secondo fine. Infine, c’è la sofferta questione dei tamponi, che – ripeto ancora una volta – non ha sottratto alcunché ai cittadini lucani e ai quali sono stato sottoposto per ragioni sanitarie e non certo per favoritismo, nella convinzione della perfetta doverosità di tale prestazione. Voglio essere chiaro: la mia volontà di andare avanti nel governo della Regione Basilicata non è nemmeno in discussione. Sono sereno, ho un lavoro da portare a termine, nell’esclusivo interesse dei lucani, soprattutto in un momento di crisi senza precedenti come quello che stiamo vivendo. Voglio infine sottolineare un fatto: la mia vita è sempre stata improntata alla legalità e al rispetto delle regole. È la mia storia personale”.