Banca 2021, l’ipotesi di fusione in acque agitate

Chi c'è dietro il fronte degli oppositori che rischia di portare l'istituto di credito al commissariamento? In esclusiva la composizione degli organi della nuova banca in caso di fusione

Banca 2021 nata dalla fusione per incorporazione della Bcc di Buonabitacolo nella Bcc del Cilento, Vallo di Diano e Lucania. La nuova banca nasce giuridicamente l’11 febbraio 2021 e conta 8 filiali in Basilicata (Tito, Lagonegro, Lauria, Maratea, Francavilla, Senise, Colobraro e Viggianello). Cosimo Puglia è direttore generale nominato nel gennaio 2022. Molto prima di lui a governare la banca più grande, Bcc del Cilento Vallo di Diano e Lucania, un board guidato da Ciro Solimeno, già direttore della Bcc del Cilento, Vallo di Diano e Lucania, prima della fusione che ha dato vita a Banca 2021.

Nelle ultime settimane, tra polemiche e tentativi di chiarimento, si è sviluppato un acceso confronto sull’ipotesi dell’ennesima fusione per incorporazione di Banca 2021 nella Bcc dei Comuni Cilentani. Una banca più piccola incorporerebbe una banca più grande. Fatto sta che fonti interne segnalano una situazione di Banca 2021 non proprio felice in relazione ad alcuni indicatori di solidità e patrimoniali. Al contrario la Bcc Cilentana verserebbe in condizioni ben più solide. Insomma sono i cosiddetti “fondamentali” e non le dimensioni a determinare la solidità di una Banca.

Il Sindacato Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) prova a fare chiarezza intorno alle polemiche e alla confusione create in questi giorni e parla di “una narrazione sommaria e abborracciata che non tiene conto di altri e ben più importanti indicatori (consistenza patrimoniale, indice di solidità, coefficiente di solvibilità, qualità dell’attivo, qualità dei crediti, redditività ….) … una grossolana ed organizzata manipolazione informativa, finalizzata ad alterare artificiosamente gli esiti assembleari e, forse, a consentire ad alcuni personaggi – che oggi tramano dietro il paravento di quel fantomatico “Comitato Soci Banca 2021 contrari all’ incorporazione” – di rientrare dalla finestra dopo essere usciti dalla porta. E, guarda caso, sono gli stessi personaggi che hanno ridotto Banca 2021 nelle condizioni di fragilità in cui oggi si ritrova.”

Questo Comitato sta raccogliendo le firme tra i soci di Banca 2021 per chiedere la revoca di tutti gli atti preordinati e inerenti al procedimento di fusione, compresa la lettera di intenti sottoscritta dai legali rappresentanti delle due Bcc e, cosa strana, la revoca del Consiglio di Amministrazione di Banca 2021. Ad oggi pare siano state raccolte e depositate oltre 700 firme sui 7mila soci, sufficienti per chiedere la convocazione dell’Assemblea straordinaria con lo scopo di revocare gli atti fino ad oggi prodotti in vista della eventuale fusione e la revoca del Cda,

“Questa fusione non s’adda fare”

A spingere il fronte anti fusione sarebbe, tra gli altri, lo stesso Ciro Solimeno, già direttore generale della Banca 2021. Perché? Dall’altra parte i dirigenti della Bcc dei Comuni Cilentani, capeggiati dal presidente Lucio Alfieri, fratello del presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri. La sensazione è che questa fusione, spinta anche dalle necessità del mercato bancario, non dispiace affatto all’Icrea (Istituto Centrale del Credito Cooperativo) a cui fanno capo tutte le Bcc. Eppure, a parte le ragioni oggettive che giustificherebbero un’eventuale fusione, alcune agitazioni preventive non convincono. I soci firmatari contrari alla fusione forse non sanno che la revoca del Cda di Banca 2021 potrebbe determinare il commissariamento dell’azienda di credito. Forse non sanno che non c’è stato alcun tentativo “occulto” di procedere alla fusione da parte dei Cda delle due Bcc, ma soltanto un’ipotesi di accordo che sarebbe stato e sarà sottoposto all’assemblea, sovrana, dei Soci. Allora perché tutta questa confusa agitazione? Provocata da chi e perché? In pista in questi giorni anche il senatore Francesco Castiello del M5S molto impegnato a spiegare le ragioni contrarie alla fusione, da lui c’è da aspettarselo: è presidente della Fondazione Banca 2021. A prendere la parola contro la fusione anche il consigliere regionale lucano di Forza Italia, Francesco Piro e lo stesso presidente della Regione Vito Bardi. “Giova ricordare – scrivono i sindacalisti dalla Fabi – che l’attuale Governatore Bardi non mostrò altrettanta sensibilità per l’annosa vicenda riguardante la Banca Popolare di Bari, nonostante questa avesse una rilevante presenza sul territorio lucano.”

 Proviamo a capire

Dunque, c’è chi si oppone a un’eventuale fusione (eventuale perché a decidere dovrebbero essere i soci) e nello stesso tempo crea i presupposti per il commissariamento di Banca 2021. Il Commissariamento sarebbe una catastrofe per i soci, i dipendenti, i dirigenti e gli stessi clienti della Banca. L’Azienda 2021 potrebbe essere sottoposta a tagli impietosi, a smembramenti ragionieristici: insomma sarebbe la fine. Chi vuole questo? Crediamo nessuno, o forse qualcuno. Certo è che dalla mancata fusione ci perderebbero tutti coloro che credono in Banca 2021. Un enigma che sarebbe facilmente risolvibile con una semplificazione della vicenda. E allora semplifichiamo. Banca 2021 è debole, nonostante i dati diffusi in questi giorni dallo stesso senatore Castiello e altri, il mercato spinge nella direzione della fusione, i Cda delle due Bcc sottoscrivono una lettera d’intenti e predispongono una bozza di accordo che, come naturale che sia, dovrà essere discussa e approvata o respinta nell’assemblea dei soci. Questo è il percorso. E sono gli stessi vertici della Banca 2021 a chiarire la faccenda in una informativa ai soci.

Qualcuno invece preferisce agitare le acque in forma preventiva con scopi che sfuggono ai comuni mortali e agli stessi soci di Banca 2021. Perché? Bisogna aggiungere che in primavera è già prevista un’assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche in scadenza. E dunque perché tutta questa caciara? Fusione o non fusione, la priorità dovrebbe essere salvaguardare clienti, soci e dipendenti della Banca. Questo è il punto. Tuttavia, come abbiamo visto, qualcosa non quadra e colpisce il silenzio dei sindacati confederali di categoria intorno a questa guerra di potere. Non escludiamo piccoli e grandi interessi di personaggi che giocano le loro carte sulla pelle di soci, dipendenti e clienti di Banca 2021. Per la verità la Fisac Cgil una parola l’ha detta: ha chiesto un incontro a Bardi sulla faccenda. Perché a Bardi?

In caso di fusione la nuova Banca avrà un nuovo nome e la sede legale sarà a Vallo della Lucania, attuale sede legale di Banca 2021. In esclusiva la ripartizione degli incarichi negli organi della nuova Banca in caso di fusione, così come riportato nel patto para sociale tra i Cda delle due Bcc. Clicca qui

©Riproduzione riservata