Basilicata elezioni, Alberto Iannuzzi: ecco come sono andate le cose

Il magistrato, da pochi giorni in pensione, spiega le ragioni per cui ha declinato l'invito a candidarsi

Riceviamo e pubblichiamo

In riferimento alla ipotesi di una mia candidatura alla presidenza della Regione Basilicata ed alla successiva comunicazione della mia indisponibilità, intendo precisare quanto segue.
È doveroso premettere, innanzitutto, che l’iniziativa è stata presa da alcuni esponenti locali del Movimento 5s, pochi giorni prima che il mio nome comparisse sui media nella terna dei possibili candidati, da condividere con le altre forze politiche del centrosinistra.
A tal riguardo, va subito precisato che sin dall’inizio, pur dando la mia disponibilità ad iniziare un dialogo, all’interno di un percorso volto a verificare l’esistenza delle condizioni affinché detta possibilità si concretizzasse in una candidatura, essendo io pienamente consapevole delle difficoltà del percorso e della gravosità dell’impegno che avrei dovuto assumere, ho posto, quale condizione pregiudiziale imprescindibile, la condivisione della mia candidatura da parte di tutta la coalizione, all’interno di un programma di rinnovamento, in grado di dare una risposta fattiva ai problemi della collettività regionale, in particolare delle fasce deboli, al fine di assicurare a tutti i cittadini i diritti ed i servizi essenziali in materia di sanità, lavoro, ambiente, con una particolare attenzione ai problemi dei giovani.
A tal fine ho rappresentato l’esigenza che la mia eventuale candidatura fosse espressione di un’istanza proveniente dalla società civile e non fosse percepita come espressione di una parte politica.
Purtroppo ho dovuto constatare che, sin dal momento in cui è uscito sulla stampa il mio nome, si sono accentuate alcune preesistenti divergenze proprio sulla individuazione del candidato presidente all’interno dello schieramento politico che avrebbe dovuto condividere la mia disponibilità a candidarmi.
In particolare, in occasione della direzione regionale del PD di sabato scorso tale divergenza a me è apparsa difficilmente colmabile e di rilevanza tale da rendere difficile la possibilità di condurre in tempi ragionevole ad un programma condiviso intorno alla mia candidatura. Ciò nonostante, devo esprimere il mio apprezzamento per l’appello firmato da alcuni esponenti della società civile lucana, che, cogliendo la mia disponibilità a mettermi al servizio dei cittadini ed evidenziando la credibilità del mio impegno, hanno inteso sostenere la mia possibile candidatura.
Una precisazione appare doverosa, infine, con riguardo alla questione giuridica della mia candidabilità, quale ex magistrato, alla luce della disciplina introdotta dalla Legge Cartabia (la L. n. 71/2022).
Sul punto, va detto che, trattandosi di una normativa recente, in relazione alla quale non ho rinvenuto precedenti specifici della giurisprudenza amministrativa, la questione è ancora aperta e piuttosto controversa.
A tal riguardo, occorre considerare che dal 1° marzo scorso io sono in pensione, essendo stato collocato in quiescenza, vale a dire che sono ormai un ex magistrato, vale a dire un cittadino libero da vincoli di appartenenza all’ordine giudiziario.
Pertanto, la norma contenuta nella legge Cartabia, che stabilisce l’ineleggibilità dei magistrati, e quindi il divieto di candidarsi per ricoprire alcune cariche elettive, tra le quali, quella di presidente della giunta regionale, entro tre anni dalla cessazione del servizio, sembrerebbe che non trovi applicazione nei confronti dei magistrati in quiescenza, come me, dal momento che richiede, ai fini della operatività della limitazione all’esercizio del diritto, costituzionalmente garantito, all’elettorato passivo, il possesso, al momento in cui si candida, della qualità di magistrato.
Tuttavia, ragioni di prudenza, legate al rischio che il recepimento di una diversa ed estensiva applicazione della norma anche agli ex magistrati, vanificasse la mia candidatura, con effetti deleteri sull’esito elettorale non solo della coalizione ma dell’intero governo regionale, in uno con il venir meno della condizione politica primaria sopra esplicitata, mi hanno indotto a declinare l’invito a candidarmi.
Nonostante ciò, desidero, tuttavia, ringraziare i promotori ed i numerosi cittadini che, non solo con l’appello pubblico, hanno condiviso e sostenuto spontaneamente la mia possibile candidatura.

Alberto Iannuzzi