Stellantis, Filcams: “Allarme servizio ristorazione”

"Serve un tavolo regionale con i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e le associazioni di settore"

“Quello che sta accadendo ai lavoratori di Atlas, impiegati nel servizio ristorazione, e a quelli di Iscot, impiegati nel servizio pulizie nello stabilimento Stellantis di Melfi non stupisce. Avevamo già lanciato l’allarme e ora non si può perdere altro tempo. La riduzione dei tempi di lavoro all’interno dello stabilimento ha determinato una conseguente diminuzione degli orari di servizio per quei lavoratori invisibili che ogni giorno hanno garantito pasti e pulizia e che, a oggi, non hanno le stesse tutele di altri. Serve un tavolo regionale con i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e le associazioni di settore affinché, insieme alle istituzioni, si possa trovare una soluzione per garantire certezze ai lavoratori ed alle loro famiglie”. Lo afferma il segretario della Filcams Cgil Potenza, Michele Sannazzaro, dopo l’incontro in Regione con l’assessore regionale alle Attività produttive Alessandro Gallella, al quale sono state spiegate le difficoltà affrontate dai dipendenti delle società Iscot e Atlas.

Ai dipendenti di Atlas sono state già decurtate le ore di lavoro corrispondenti a circa 5.500 pasti al mese, solo per le giornate del sabato, mentre le chiusure giornaliere dello stabilimento, fino al venerdì, si traducono in una perdita di produzione di circa 1.600 pasti giornalieri.

“Gli incontri in Regione, prima per affrontare la situazione dei lavoratori dell’azienda Iscot e, poi, dell’azienda Atlas -sottolinea Sannazzaro- hanno messo in luce la necessità di pensare a soluzioni capaci di evitare la perdita di posti di lavoro. In particolare, l’Atlas ha detto di essere d’accordo per utilizzare strumenti alternativi al licenziamento collettivo, ricorrendo al Fondo Integrazione Salariale dall’11 aprile al 9 luglio di quest’anno, ma serve guardare lontano. Serve- conclude Sannazzaro- un tavolo istituzionale per capire se e come sarà possibile evitare la fuori uscita dal mondo del lavoro dei dipendenti di Iscot e Atlas, magari mettendo in campo incentivi per la riassunzione di chi ancora aspetta risposte dalla politica e dalle istituzioni”.