2019: Europa al bivio tra dissoluzione e rilancio?

In questo breve saggio Pietro De Sarlo ci offre un'interessante riflessione sull'attualità e il futuro dell'Europa legati al destino del Mezzogiorno d'Italia

L’aver dato una risposta nazionale alla sfida della crisi ha consentito solo a due paesi di superarla senza costi sociali: Olanda e Germania. Ancora una volta l’ortodossia del credo liberale europeo, ottusamente imposta da Jeroen Dijsselbloem e Wolfang Shauble a tutti, applicata in Grecia ha prodotto una devastazione economica e sociale senza precedenti. La Grecia si troverebbe in condizioni migliori se fosse uscita sconfitta da una guerra.

Persino un paese con una economia forte come la Francia si trova ora in condizioni terribili e a uscire a breve dalla confort zone. Si trova in un bivio in cui decidere se contrastare la rivolta e mantenere il rapporto debito / PIL o alzare tale rapporto violando i trattati europei.  Se qualcuno pensa che l’Europa possa sopravvivere aumentando le divergenze economiche e sociali tra gli stati europei e i cittadini dei singoli stati, a mio parere, ha sbagliato i conti.

Forse l’arrendevolezza greca ha tolto lucidità ai vari Dijsselbloem e Shauble che si aggirano come falchi e sciacalli nelle cancellerie europee, forse troppi leader europei si cullano nella illusione che lasciare le redini della gestione dell’euro a burocrati senza responsabilità politiche possa continuare ma in Italia i partiti acritici e acquiescenti verso l’Europa, al limite dell’alto tradimento, e le sue devastanti politiche sono stati, giustamente, sconfitti dalle urne e in Francia le persone temono di dover sacrificare lo stato sociale sull’altare di una Europa a trazione tedesca e la rivolta è partita.

In figura 3 si vede quanto sia vistoso l’allontanamento del welfare e della spesa sociale tra i paesi dell’area euro. Nel grafico sono state individuate le posizioni dei principali paesi rispetto all’incidenza della spesa sociale sul PIL e rispetto alla spesa sociale media per abitante. Appare evidente come solo in due paesi, ancora una volta Germania e Olanda, la spesa sociale media sia aumentata mantenendo una incidenza contenuta rispetto al PIL. In Spagna, nonostante l’elevato aumento del debito pubblico, la spesa sociale è contenuta. In Italia e Grecia lo stato sociale è in crisi. La Francia ha un livello di protezione sociale che probabilmente non è più in grado di sostenere e che è stato sostenuto con l’incremento del debito pubblico e questo spiega la rivolta in atto.  Ancora una volta appare evidente che solo lo sviluppo del PIL può garantire un accettabile livello di welfare.