Covid in fabbrica: ecco com’è saltata la catena dei contagi in Fca a Melfi

Parlano i lavoratori del Comitato sicurezza: Dall’azienda informazioni vaghe su positivi e contatti

A parlare sono lavoratori che operano nel Comitato per la sicurezza anti covid, l’organo che dovrebbe fare da filtro tra la dirigenza e le maestranze alla Fca di Melfi.

“Fino ai primi di novembre – spiegano fonti interne al Comitato – ogni volta che emergevano dei casi di positività, in ‘call’ il capo del personale e della sicurezza ci aggiornavano con informazioni specifiche e puntuali, anche di ora in ora”. Ma poi, col montare dei casi, ad oggi oltre 100, il sistema di monitoraggio, invece di perfezionarsi, è diventato più fiacco.

“Da un paio di settimane ci arrivano soltanto degli sms col numero dei casi nelle varie Unità, montaggio, verniciatura…”. Ma in alcune Unità lavorano oltre 1000 operai, e ogni Unità è composta di sotto unità e reparti; un vero reticolo. “Come facciamo noi responsabili della Sicurezza a sapere in quale reparto si è registrata la positività? Come facciamo a informare i nostri colleghi?” E così a cascata anche tutti i delegati sindacali, una sessantina in tutto, hanno avuto sempre meno informazioni sull’andamento della curva epidemica sulle linee. Una sorta di corto circuito. Era stato anche proposto, all’Azienda, di segnalare “area sottoposta a sanificazione speciale”, per indicare i luoghi precisi in cui erano stati registrati i casi. E invece niente.

“Così ogni positivo, dalla postazione, si muove in pullman e poi ritorna a casa, nei vari paesi del circondario, molti anche nella vicina Puglia”. E proprio la “vaghezza delle informazioni” fornite dalla Fca ha finito per disperdere in mille rivoli un’operazione di tracciamento già difficile di suo viste le tante persone che si sovrappongono sulle linee e nei mezzi. “A questo punto non si può fare altro che rallentare la produzione e applicare la Cassa integrazione già prevista e attuata nella prima ondata Covid, altrimenti non ne usciamo”, suggerisce chi nel Comitato ha già ampiamente denunciato ritardi ed inadempienze.

Nel frattempo proprio i centri più vicini all’area industriale, Lavello e Melfi, sono quelli in cui i contagi hanno galoppato di più. Sarà un caso. Fatto sta che mai come oggi, con Lavello che rischia la “zona rossa”, troviamo da una parte il profitto della Fca, dall’altra i lavoratori, che rischiano di portare “il Covid a casa” in un circolo del contagio difficile da spezzare.

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