Centro Internazionale di Dialettologia: l’assessore Cupparo non dice la verità

Insinua, tergiversa, confonde, ma non risponde alle domande. Parla di documenti che non ha neanche letto

L’assessore Francesco Cupparo, ha diffuso oggi una nota per spiegare, dicendo le stesse cose che ripete da settimane, la vicenda del Centro Internazionale di Dialettologia.  “Come è noto – scrive Cupparo –  la Giunta ha già risolto il problema e delineato il futuro approvando il Progetto di Dialettologia a cui fa seguito la Convenzione con l’Unibas, che per noi resta l’unico referente istituzionale del progetto, per la prosecuzione delle attività e il coinvolgimento di 7 ricercatori per 18 mesi, con una spesa di circa 300 mila euro per gli assegni di ricerca.” L’ha già detto.

Questa volta però ha aggiunto una violenta inesattezza che egli definisce un cambio di rotta: “passando da un finanziamento concesso dalla precedente Giunta alla gestione di un Centro privato, al nuovo finanziamento dato in gestione invece alla massima autorità culturale regionale che è l’Unibas”.

Se Cupparo pensa quello che scrive, siamo di fronte a una grave menzogna: il Cid non è mai stato un Centro privato, basta leggere i documenti della sua costituzione, lo Statuto, la vecchia Convenzione e anche quella che lui chiama “nuova convenzione” che non è altro che il prosieguo delle attività del Centro. Il CID è nato dall’accordo di due enti pubblici: Università della Basilicata e l’Università di Palermo che sono i soci fondatori. Insinuare fasulle proprietà private o gestioni private, dà la cifra della “cattiveria” con cui l’assessore approccia le questioni che riguardano il futuro del Cid.

Che cosa intende, Cupparo, con “circa 300mila euro?” La somma non spesa nelle precedenti annualità e riassegnata al CID dall’Autorità di Gestione? Certo, è scritto negli stessi atti dell’assessorato. E dunque far passare quelle risorse come se fossero l’esito di una benevola concessione della Regione all’Unibas per le attività del CID non fa chiarezza.

Dunque l’assessore avrebbe delineato il futuro del CID senza aggiungere un euro e senza deliberare e quindi sancire l’istituzionalizzazione del Centro, come richiesto da migliaia di lucani, da decine di docenti universitari di atenei italiani e stranieri. Ai quali, tra l’altro, non ha mai risposto.

La vera domanda a cui Cupparo non ribatte è sempre la stessa: quali sono le intenzioni della Giunta circa l’istituzionalizzazione del CID e il suo futuro? “La conferma della volontà di proseguire” di cui egli parla, non conferma nei fatti un bel niente. Anzi, la sua zoppicante retorica politica cela maldestramente cattive intenzioni. Occorrono fatti, decisioni e deliberazioni concrete, risorse. Solo allora daremo credito alle sue parole.

Ma di un politico che continua a sbandierare “dossier sull’ attività dell’ex CID comprensivo della rendicontazione dei primi due anni”, nonostante sia stato chiarito e documentato che non esiste alcuna rendicontazione “oscura”, non c’è da fidarsi. E non c’è da fidarsi soprattutto perché Cupparo parla di “ex CID”. Ex cosa? Il Centro Internazionale di Dialettologia è stato ed è solo uno, lo stesso di sempre anche riguardo ai componenti e ai suoi organi e peccato che anche nella “nuova convenzione” si parli di CID e non di ex CID.

Speriamo che questo menar il can per l’aia finisca al più presto. Il CID non è la piazza per dimostrare ai sudditi che “io sono io e voi non siete un c…” Di conti e contesse in questa regione ne abbiamo piene le tasche.