Gino Strada è morto? “Una zecca in meno”

Il direttore generale dell’Arpab, Antonio Tisci, ha superato i limiti della decenza: qualcuno lo sollevi dall’incarico. Tacere, a volte, è segno di intelligenza

C’è un signore, si chiama Antonio Tisci, la Giunta Regionale di Bardi lo ha nominato direttore generale dell’Arpab. Amico dell’assessore all’ambiente, Gianni Rosa, il quale, nonostante le insistenti richieste da parte di questo giornale e di alcune associazioni civiche, non ha mai reso pubblici gli atti di quella nomina.

Ebbene, questo signore, che dalla mattina alla sera pontifica “razzismo” e “fascismo” sul suo profilo Facebook, ha avuto anche l’ardire di infangare la memoria di Gino Strada con un approccio da squadrista di provincia. I suoi post in seguito alla morte del medico fondatore di Emergency sono un insulto all’intelligenza umana e un’ingiuria intollerabile al coraggio e alla sofferenza di un uomo di cui Tisci non dovrebbe neanche pronunciare il nome. Uno dei suoi illuminati seguaci si permette di scrivere, a proposito della morte di Strada, “una zecca in meno”, a commento di un post di Tisci il quale si è guardato bene dal cancellarlo. Vi consiglio di visitare il suo profilo Facebook,  fatevi un’idea.

Un uomo delle istituzioni non dovrebbe lasciarsi andare a tali idiozie. Ad ogni modo, sarebbe ora che qualcuno, in Consiglio regionale o in Giunta, pensi a rimuovere il dg Arpab dall’incarico. Adesso ha superato ogni limite. Condivide, Tisci, il seguente commento: “La Hazet 36 è una chiave inglese lunga quarantacinque centimetri. Pesa quasi tre chili e mezzo e la si può trovare nei ferramenta. Ci si riparano le condotte del metano oppure i furgoni che smerciano malta e mattoni, su per i cantieri.  Oppure la si usa per spaccare teste, come faceva Gino Strada”.

Insomma per infangare decenni di azione umanitaria di un uomo che merita il rispetto del Mondo intero, il nostro direttore generale dell’Arpab fa lo  storico e il cronista a gambero senza sapere di che parla o meglio sapendo di scrivere amenità che nulla hanno a che vedere con la grandezza di una figura come Gino Strada. Questa è l’ultima delle idiozie che egli chiama opinioni di cui ci onora ogni giorno sul suo profilo social. Continui pure a farlo, è libero, ma non da direttore generale di un’Agenzia strategica per la vita e la morte di questa martoriata regione. Gianni Rosa, dica qualcosa. Vito Bardi, dica qualcosa.

Tisci
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