La prima donna arbitro di Taekwondo: i talebani hanno preso la mia vita

La giovane Yasamin Ahmadi Azizi non può più svolgere la sua attività, nè studiare

“Dopo l’arrivo dei talebani a Kabul mi ha pervaso un senso di disperazione. Sento di aver perso la mia identità. Lo sport era la mia identità, quindi è molto doloroso. Quando penso che non posso continuare a fare sport e studiare perché sono una ragazza, penso che la mia vita sia finita”.

Yasamin Ahmadi Azizi è il primo arbitro donna della Federazione Afghana di Taekwondo e istruttrice di fitness femminile; una giovane donna la cui vita è incredibilmente cambiata con l’arrivo degli studenti coranici. Ora può fare solo la casalinga.

Le donne e le ragazze in Afghanistan hanno affrontato molte sfide negli ultimi 20 anni e nonostante tutte le difficoltà avevano conquistato molti diritti. Lo sport è uno dei settori in cui le afghane hanno compiuto progressi significativi, ma ora, a quasi tre mesi dalla presenza dei talebani e dalla caduta di Kabul, tutto è cambiato. Non ci sono più società sportive e possibilità di fare sport per donne e ragazze; inoltre sono stati chiusi scuole e centri educativi per ragazze oltre la seconda media. Tutto ciò a conferma che i talebani vogliono privare le donne della libertà di prendere parte alle attività sociali; e questo porterà a tenere tutte le finestre chiuse sulla vita di Yasamin e sui suoi diritti umani. Yasamin Ahmadi Azizi è ora una casalinga. Prima della caduta dell’Afghanistan nelle mani dei talebani, ha allenato circa 25 ragazze in un fitness club e più di 30 in un club di taekwondo; ora ha perso tutto, compresi il diritto di scegliere, quello allo studio e al lavoro.

Come lei stessa racconta, “in meno di tre mesi, le attività sportive delle donne sono state vietate del tutto, quindi è costretta ad allenarsi di nascosto”. Allo stesso modo, 50-60 ragazze, che erano membri ufficiali della Federazione Afghana di Taekwondo con Yasamin. Come lei, sentono di aver perso la loro identità.

Dopo la caduta di Kabul e le restrizioni imposte dai talebani alle donne, un gruppo di donne attiviste civili e politiche ha organizzato manifestazioni rivendicando la loro partecipazione alla vita politica e alle attività sociali, ma le loro voci sono state nuovamente messe a tacere. E sebbene la comunità internazionale abbia invitato i talebani a consentire alle donne di studiare, lavorare e praticare sport il governo attuale non ha ancora preso alcuna decisione.

Fino a tre mesi fa, il popolo afgano non pensava che un giorno i talebani avrebbero riconquistato il potere e imposto restrizioni alla gente, soprattutto alle donne. La vita a Kabul andava avanti normalmente: ragazze e donne lavoravano al fianco di ragazzi e uomini, studiavano e lavoravano per costruirsi un futuro migliore.  Con la fuga dell’ex presidente Mohammad Ashraf Ghani e la riconquista del potere da parte dei talebani i loro diritti sono stati cancellati.

Avevo già intervistato Yasamin Ahmadi due giorni prima della caduta di Kabul in mano ai talebani ma, a causa di quello che stava accadendo con la caduta delle province non ero riuscito a portare a termine il mio lavoro. “Se tornano i talebani- mi aveva anticipato- perderò la mia istruzione, la mia formazione e la mia libertà di parola”.

E oggi la sua previsione si è avverata: “Oggi non posso più fare nessuna di queste cose, loro (i talebani ndr) sono contro l’educazione e lo sport delle donne”. Tuttavia, Yasamin non ha mai pensato che i talebani avrebbero preso il potere da un giorno all’altro e avrebbero distrutto lei e le aspirazioni di milioni di cittadini afghani.

La signora Ahmadi, il cui unico sogno era continuare a praticare sport, ci tiene a sottolineare che le donne e le ragazze afgane non solo sono state private dello ma del diritto di andare a scuola, all’università, al lavoro e persino di partecipare ai circoli politici. I talebani hanno anche rimosso dal governo il ministero degli Affari femminili; inoltre, non ci sono donne nel governo e nella struttura di governo dei talebani.

Molte le attiviste che hanno dovuto lasciare l’Afghanistan a causa del lavoro in vari campi, in particolare nello sport, e migliaia di altre sono attualmente a rischio non essendo ancora riuscite a trovare un modo per uscire dal Paese. Yasamin è una delle tante donne intrappolata in Afghanistan. “Sarò annientata dal governo. Ho provato e proverò ancora ad andare via dal mio Paese per avere il diritto a continuare la mia formazione e a fare sport”. Come lei stessa spiega soltanto un gruppo di 7 ragazze che praticavano taekwondo è riuscito a uscire dall’Afghanistan ed è ora in Australia. Yasamin non risparmia critiche ai funzionari della Federazione di Taekwondo che “non hanno fatto nulla per difendere le atlete. Sto cercando di coinvolgere la Federazione afghana di taekwondo su questo tema, ma poiché molti dei suoi alti funzionari sono all’estero, nessuno è disposto a rispondere.

Nonostante il terrore in cui oggi sono costrette a vivere le atlete afghane chiedono al governo talebano di consentire alle donne di continuare il loro precedente lavoro e le loro attività.

Here the text in the original language

Una delle palestre in cui lavorava Yasamin Ahmadi Azizi

Una delle palestre in cui lavorava Yasamin Ahmadi Azizi

Yasamin Ahmadi Azizi