Basilicata. Ecco come funziona il sottobosco del potere politico e clientelare

In questa inchiesta un caso esemplare nei circuiti del Pd

Marco Delorenzo, ex sindaco di Cirigliano, ex presidente della Comunità Montana Collina Materana ed attualmente, dal 2009, direttore facente funzione del Parco regionale Gallipoli Cognato- piccole dolomiti lucane, e dal 2011 direttore e basta. È stato amministratore del Gal “Le Macine” ininterrottamente, dalla sua costituzione sino alla liquidazione o fallimento, dipende dai punti di vista.

Non ci dilunghiamo sulla sua gestione del Gal, contestata da più parti, per causa di presunte dubbie procedure adottate, sia sul piano delle regole societarie sia sul piano della tenuta contabile. La faccenda è in mano alla magistratura e quindi non ci mettiamo, al momento, il naso. Diciamo solo che il 31 ottobre 2017 Delorenzo consegna nelle mani del liquidatore, un bilancio mai approvato dall’assemblea e una situazione contabile, in perdita, mai approvata dal Consiglio di Amministrazione.

E arriviamo al Parco

Certo è che nel Gal Delorenzo sembra aver fatto il bello e cattivo tempo. Assume la sorella, un’amica, e affida incarichi ai compagni.

Nel frattempo il nostro protagonista è anche direttore facente funzione del Parco Regionale delle piccole Dolomiti Lucane. Dal 2009 e fino al 2020, la sua posizione di direttore è garantita da continue proroghe e capriole procedurali. Mai un bando per la selezione del direttore. Perché? Dovremmo chiederlo ai suoi amici del Pd che lo hanno sostenuto fino ad oggi su quella poltrona. E dovremmo chiederlo anche ai consiglieri regionali di opposizione che in questi anni non sembra si siano stracciati le vesti per risolvere una situazione palesemente anomala.

Certo è che sia nel Gal, sia nel Parco, girano soldi, incarichi, progettazioni, affidamenti di ogni genere. Un tesoretto clientelare di tutto rispetto. E chi vuoi che non lo usi?

Il Gal poi finisce in liquidazione, tra polemiche e denunce alla magistratura. Ma il Parco resta. E lui, Delorenzo, mentre è direttore è anche progettista, è project manager, nonché responsabile unico di molti procedimenti relativi a misure di finanziamento. Tutto legittimo, per carità. Insomma un lavoratore instancabile che assume su di sè molte fatiche.

 L’avviso pubblico per la selezione del direttore del Parco

Finalmente qualcuno, nel 2020 si rende conto che bisogna fare un bando pubblico per la selezione e dunque per la nomina del direttore. Probabilmente a rendersene conto è il nuovo presidente, Rocco Marotta, nominato nell’ottobre 2019. O magari il risveglio sarebbe conseguenza del mutato quadro politico a livello regionale. Fatto sta che il Consiglio direttivo del Parco, attraverso il presidente, il 23 marzo 2020 delibera l’avviso pubblico per la selezione del direttore con valutazione comparativa dei curricula professionali.

Bene, lasciamo da parte le osservazioni critiche sui requisiti che sembrano, alcuni, calzati sul direttore “uscente”. Quello che sorprende è il fatto che di questo bando nessuno sa niente. Siamo in piena emergenza coronavirus e molta gente è su tutt’altre faccende affaccendata. Eppure, è pubblicato sull’albo pretorio online del Parco. Ma non si vede. Qualcuno ci chiama per chiederci se abbiamo notizie su questo avviso. Andiamo a vedere, il bando esiste, scade il 24 aprile 2020, ma il titolo porta fuori strada. Per aprire l’avviso devi cliccare su un file nominato creativamente: statuto del parco, art. 28, incarico di direzione degli uffici. Bastava nominare il file come si conviene: avviso pubblico per la selezione eccetera o per l’incarico di direttore eccetera.

nominazione file avviso

Insomma. Fatto sta che in prossimità della scadenza l’unica domanda arrivata è quella del nostro Marco Delorenzo. Ma questa volta, scoperto in tempo l’arcano, in zona cesarini sono arrivate almeno un’altra decina di domande.

Chissà che questa volta non emergano una giovane donna o uomo competenti che fino ad oggi sono stati esclusi da un sistema clientelare e politico che tiene ingessate potenzialità e possibilità e che costringe risorse umane di valore ad emigrare. Non è detto, perché nel frattempo ecco che arriva puntuale la capriola normativa che allunga il brodo.

Sospensione della selezione e proroga dell’incarico

Nel frattempo, il 22 aprile, i sindaci di Aliano, San Mauro Forte e Stigliano chiedono la sospensione della procedura di selezione ai sensi del D.L. 8 aprile 2020 n. 22, che riguarda le prove concorsuali nella scuola e che nulla c’entra con la selezione pubblica per la nomina del direttore del Parco. Ora, dovremmo chiederci perché mai tre sindaci chiedono la sospensione richiamando un decreto inutile allo scopo. Lasciamo aperta la domanda.

Fatto sta che il presidente del Parco, risponde ai sindaci due giorni dopo chiarendo che non ci sono le condizioni né le ragioni per la sospensione della procedura di selezione, anche perché il caso specifico non è contemplato dal decreto 22/2020.

Nel frattempo che si fa? Niente, si procede. Intanto c’è già una delibera del consiglio direttivo del 23 marzo 2020 che decide di “prorogare, alle medesime condizioni contrattuali, l’incarico di Direttore del Parco all’attuale Direttore – Dott. Marco Delorenzo, per il periodo dal 31.03.2020 al 31.12.2020 e comunque non oltre la conclusione del procedimento di incarico di direzione del Parco avviato con propria Deliberazione n.24/2020.”

Dunque, Marco Delorenzo adesso ha tutto il tempo per trovare le soluzioni che gli consentano di restare a galla. Magari qualche accordo o scambio tra i suoi amici del Pd e qualche consigliere di maggioranza. Perché è così che funziona. Magari quelli del centro destra hanno deciso di collocare su quella poltrona uno dei loro, e Delorenzo sarà mollato. Perché è anche così che funziona. Magari Marco Delorenzo cambierà casacca, giurerà fedeltà ai nuovi amministratori e tradirà il suo partito, per rimanere a galla. Perché è anche così che funziona. Magari ci sarà una selezione trasparente e a superarla sarà qualcuno o qualcuna meritevole, senza appartenenze di partito, ma con una gran voglia di fare bene. Perché è così che dovrebbe funzionare. Staremo a vedere, ormai dobbiamo aspettare l’anno prossimo e chissà nel frattempo quante cose potranno accadere. Intanto Marco Delorenzo è ancora lì.

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