Un fiore da 20mila euro al giudice e il processo si aggiusta video

L’audio che pubblichiamo, racconta in emblematica sintesi, le dinamiche, di quello che, da anni, sembrerebbe un “sistema” illegale di gestione delle procedure delle aste fallimentari.

Il clan mafioso e le aste pilotate

Pasquale Putignano, 67enne membro dell’omonimo clan il cui capo sarebbe il fratello Carmelo, detto “Minuccio”, venne arrestato il 5 aprile 2016 perché aveva chiesto soldi a un imprenditore agricolo per pilotare un asta. Il Putignano è stato nuovamente arrestato il 3 novembre 2016 per gli stessi fatti: estorsione e turbativa d’asta. Nel corso del tempo, i carabinieri hanno avuto modo di accertare nuove condotte delittuose, della stessa specie e con lo stesso “modus operandi”, in danno di imprenditori agricoli dell’agro di Palagiano e Palagianello. Il 67enne, secondo quanto emerso dalle indagini, minacciava di pilotare l’aggiudicazione di beni sottoposti a vendita giudiziaria di alcuni imprenditori agricoli, sottoposti a procedure esecutive immobiliari ed intenzionati a riacquistarne la proprietà, millantando di poter allontanare ogni possibile concorrente. Il palagianese, per la “sua opera persuasiva” – dicono gli inquirenti- pretendeva dai malcapitati l’ingiusta consegna di una somma di denaro, quale compenso per il proprio intervento, facendosi promettere ulteriori somme di denaro in caso di favorevole esito delle aste giudiziarie, presso il Tribunale di Taranto.

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