Il mistero dell’acqua prelevata dal fiume: la Regione diffida il Gruppo Donnoli

"L’azienda è stata diffidata formalmente a non utilizzare l’acqua industriale se non per il proprio processo produttivo e a sospendere immediatamente, qualora risponda al vero, l’attività denunciata. Ci aspettiamo una idonea relazione e, qualora l’attività contestata sia stata effettivamente svolta, chiarimenti sulla durata e quantità di risorsa trasportata e venduta"

Il 21 maggio scorso in un video pubblicato sulla nostra testata dal titolo “il mistero dell’acqua: bene pubblico per profitti privati?” avevamo documentato un via vai di autocisterne dal cementificio del Gruppo Donnoli, a Missanello, all’impianto Total di Tempa Rossa. Nel video ci eravamo chiesti se quelle autobotti trasportassero acqua, prelevata dal fiume su cui si trova l’impianto, al Centro Olio.

In seguito al nostro video l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa, ha fatto sapere di aver avviato le dovute verifiche sul presunto uso improprio di acqua industriale.

I fatti denunciati  -scrive l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa- riguardano il prelievo di acqua per uso industriale dalla vasca di un cementificio situato in località Fosso S. Eremo a Missanello, per essere trasportata presumibilmente verso il sito petrolifero di Tempa Rossa.

L’assessore da noi contattato ci ha spiegato che il Gruppo Donnoli aveva, fino al 2018, una concessione all’utilizzo dell’acqua del fiume per uso industriale diverso da quello proprio del cementificio che prevedeva la fornitura a Total per le prove di estrazione. Scaduta la concessione -ha sottolineato l’assessore- è rimasta soltanto un’autorizzazione al solo uso interno, e cioè destinato alle attività dello stesso cementificio.

“Fermo restando la necessità che l’azienda in questione riferisca con urgenza – ha precisato l’assessore Rosa – la concessione di derivazione di acqua ad ‘uso industriale’ rilasciata alla ditta Ingegno srl dal torrente Sant’Eramo è finalizzata soltanto alla ‘lavorazione di materiali inerti di provenienza fluviale, nonché di confezionamento di calcestruzzo’ e non per il soddisfacimento di fabbisogni di altre entità produttive”.

“L’azienda è stata diffidata formalmente – aggiunge Rosa – a non utilizzare l’acqua industriale se non per il proprio processo produttivo e a sospendere immediatamente, qualora risponda al vero, l’attività denunciata. Ci aspettiamo una idonea relazione e, qualora l’attività contestata sia stata effettivamente svolta, chiarimenti sulla durata e quantità di risorsa trasportata e venduta. Le regole ci sono e vanno rispettate. Su questo non transigiamo”.