Basilicata con la benda sugli occhi: nessuno vede le ombre su Tempa Rossa

Dall’appalto anomalo della Total al festival degli affidamenti: il circo egemonico tra imprese e politica al funerale della Trasparenza

Della gara di appalto da circa 5 milioni di euro per i lavori di sollevamento, logistica e trasporti a Tempa Rossa, ne abbiamo scritto in abbondanza: anomalie nelle procedure, reticenza nel rendere pubblici gli atti di gara alla faccia della trasparenza sbandierata sui documenti. Su quella gara pende un ricorso al Tar di una delle aziende concorrenti. Udienza prevista il 7 settembre, poi rinviata al 22 settembre e ancora rinviata ad altra data. Aspettiamo con ansia le decisioni del giudice amministrativo. Tuttavia, come abbiamo già scritto, la Total, a prescindere dalla decisione del Tar, ha già perso e non potrà sottrarsi al giudizio dell’opinione pubblica: perché quella gara è uno schiaffo alla trasparenza, è un trionfo di ambiguità e lascia spazio a legittimi sospetti di accordi “sottobanco” tra dirigenti della multinazionale ed esponenti del sistema di potere locale.

A perdere intanto sono anche le istituzioni e i sindacati: che fine ha fatto il tavolo della trasparenza, anzi, a che serve quel tavolo? Nessuno, per quanto ci risulta, tranne che, per vie informali, l’amministrazione comunale di Corleto, ha chiesto conto alla Total e alle sue sorelle Shell e Mitsui, delle anomalie emerse nelle procedure di quell’appalto e della ostinazione a tenere “segreti” gli atti di gara. Eppure, nel Protocollo sulla trasparenza, allegato all’accordo quadro Regione-Total e sorelle, sottoscritto da sindacati, sindaci e Regione, nel novembre 2019, è chiaramente scritto: “l’affidamento dei contratti di appalto deve essere effettuato nel rispetto delle leggi in vigore…che si ispirano a principi di correttezza e trasparenza “. Sembra corretto immaginare che non si faccia riferimento alle leggi in vigore in Kazakistan. E ancora, nell’accordo c’è scritto: “Total si impegna a rendere di pubblico dominio criteri e procedure relative a programmi di attività, appalti e assunzioni mediante un codice di trasparenza definito d’intesa con la Regione e da comunicare ai sindacati, alle associazioni imprenditoriali e ambientaliste”. Che fine ha fatto tutto questo?

Due pesi e due misure

Nel frattempo su quel territorio si verificano eventi magici. I lavori affidati con quell’appalto “misterioso sarebbero, in volume, molti simili alla commessa, in vigore prima della gara, con un’altra azienda. La vecchia azienda lavorava “a chiamata” nonostante il contratto prevedesse un impregno costante e permanente, con gli operai costretti a poche giornate e a una riduzione della retribuzione. Adesso, invece, l’Ati aggiudicataria e le altre aziende satellite, lavorano in continuazione, senza respiro: decine di mezzi pesanti in movimento, un flusso continuo di attività. La magia sta proprio in questo: stessi lavori prima della gara attività dimezzate, dopo la gara attività triplicate. Misteri. Nel frattempo c’è stato il rilancio degli affitti di containers, piazzali e capannoni. Una tarantella di affari. Senza parlare del trasporto acque, ancora una volta nelle mani dei Donnoli e altri.

Il trasporto acque

Mesi fa denunciamo anomalie nel prelievo e trasporto delle acque a Tempa Rossa da parte di un’azienda del Gruppo Donnoli. La Regione Basilicata reagisce con un’iniziativa resa pubblica attraverso la stampa: “L’azienda è stata diffidata formalmente a non utilizzare l’acqua industriale se non per il proprio processo produttivo e a sospendere immediatamente, qualora risponda al vero, l’attività denunciata. Ci aspettiamo una idonea relazione e, qualora l’attività contestata sia stata effettivamente svolta, chiarimenti sulla durata e quantità di risorsa trasportata e venduta”. A quella dichiarazione dell’assessore Gianni Rosa, è seguito il nulla. Calato il silenzio. Ecco perché il 19 luglio 2021, via pec abbiamo chiesto l’accesso agli atti: ad oggi, 23 settembre 2021, nessuna risposta. Anche in questo caso alla faccia della trasparenza. Intanto, il Gruppo Donnoli continua ad essere indaffarato con il trasporto e non solo: l’acqua però questa volta è prelevata da vasche autorizzate.

Egemonia del denaro e del consenso elettorale

A fare incetta di affidamenti di lavori e di altre opportunità sono sempre loro, legittimamente per carità: le aziende del circuito tanto caro a Pierluigi Luppi, dirigente Total per il quale – ci dicono alcune fonti sindacali – il Comune di Corleto avrebbe chiesto l’allontanamento. Se fosse vero, un motivo, almeno uno, ci sarebbe. Luppi gestisce decine e decine di contratti, è l’uomo chiave della trottola che fa girare la gran parte dell’economia locale legata al colosso francese del petrolio.

Non ci stancheremo mai di ripetere che dentro e al fianco di questo circo egemonico potrebbero agire pezzi di politica e politici da sempre a caccia di ricchezze e di consenso elettorale. E oggi non sappiamo quali altri soggetti stiano spingendo o spingeranno per infilarsi in quel piatto succulento di appalti, sub appalti, affidamenti, contratti e bazar della manodopera.

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