Sanità lucana: “sia promosso affinché sia rimosso”?

Le possibili conseguenze di una recente delibera della Giunta Regionale: "changè la dame"

Con una delibera del 10 febbraio scorso, la Giunta regionale di Basilicata ha integrato, ossia modificato, una delibera precedente “con la previsione dell’estensione dell’individuazione del direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza (DEU) 118 tra tutti i direttori strutturati di Unità Operativa Complessa dell’area emergenza urgenza e dell’intera area medica di tutte le Aziende ed Enti del SSR di Basilicata, ivi compreso l’Irccs Crob di Rionero in Vulture.”

Una semplice integrazione che tradotta vuol dire una cosa sola: il nuovo direttore del DEU 118 sarà individuato tra chi già dirige, per esempio, l’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione nell’Aor San Carlo. Sarà così? Non lo sappiamo. Fatto sta che, in tal caso, sarebbe una manovra tutta interna alle strutture di “potere” della sanità lucana.

Saremmo più tranquilli se la nomina avvenisse attraverso procedure già definite dalla normativa (art.19 legge 165/2001) e dallo stesso Regolamento interno dell’Aor San Carlo, ossia in una qualche forma di evidenza pubblica o, per lo meno, con la comparazione dei curricula degli aspiranti.

Sembrerebbe che tra gli aspiranti più fortunati ci sia un medico anestesista già direttore di Basilicata Soccorso, la struttura che gestiva il 118, e già direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza ASP Basilicata, che chiamiamo Rocco.

Detto questo, vediamo in sintesi le criticità che si registrano nell’area dell’anestesia e rianimazione dell’Aor San Carlo. Negli ultimi due o tre anni circa 12 anestesisti, tutti giovani, sarebbero andati via dalla Basilicata per cause legate anche al trattamento retributivo. In sostanza, sarebbero stati impegnati negli ospedali periferici di Lagonegro, Villa d’Agri, Melfi, Pescopagano per almeno il 30% del tempo senza tuttavia vedersi riconosciuta la retribuzione accessoria/attività aggiuntiva. Questa situazione creerebbe notevoli difficoltà al servizio sanitario e dunque ai cittadini.

Tuttavia sembrerebbe che per tappare i buchi lasciati dai “fuggitivi” qualcuno, forse Rocco, lavorerebbe 24 ore su 24 senza sosta, incassando legittimamente tutta la retribuzione accessoria spettante che inciderebbe per 137mila euro sulla retribuzione complessiva riconosciuta di 273mila euro. Se questa fosse la situazione, ci dispiacerebbe per Rocco che sarebbe costretto a un pesante stress, seppure ben pagato. Perciò ci chiediamo: È possibile lavorare in queste condizioni? È a rischio la qualità delle prestazioni e la sicurezza dei pazienti?

L’attuale direttore del l’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione, grazie alla delibera del 10 febbraio scorso, potrebbe tornare nella sua vecchia postazione al DEU 118. Anche in seguito a insinuazioni, da cui prendiamo le distanze, circa una discutibile gestione delle sale operatorie da parte di Rocco. Potrebbe trattarsi di una specie di “promoveatur ut amoveatur”, (sia promosso affinché sia rimosso) per lasciare il posto vacante all’Anestesia da assegnare ad un medico gradito ad altri circuiti politici.

Comunque sia, suggeriamo ai dirigenti della sanità lucana di applicare l’articolo 19 della legge 165/2001 e il regolamento interno del San Carlo non solo quando conviene, ma anche quando è necessario, e cioè sempre.

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