Frana a Pomarico, gli sfollati: “basta promesse”

Da agosto 2022 la Regione Basilicata non eroga il contributo per gli affitti. "Le istituzioni non rispettano i patti"

Pomarico, provincia di Matera, il paese delle frane. Nel gennaio 2019 una frana devasta il centro storico, 56 persone sono obbligate ad abbandonare la propria casa, la propria quotidianità. Nel novembre 2021 un altro evento franoso, con fronte di circa sessanta metri, interessa la Sp 211 che collega il centro abitato al cimitero, in corrispondenza di viale Kennedy all’altezza di Colle di Sisto. Non sono mancati nel tempo episodi minori, con sgomberi forzati in altre zone del paese.

Oggi, le 25 famiglie che a seguito dell’evento franoso sono rimaste senza casa, si trovano ad affrontare il solito problema con il pagamento degli affitti. Tra questi 25 nuclei familiari, chi ha perduto completamente la casa perché inghiottita dalla frana e chi, invece, dopo i lavori di messa in sicurezza e ripristino, potrà rientrare nella propria abitazione. Tuttavia siamo punto e a capo con i contributi per l’autonoma sistemazione che non vengono erogati da agosto 2022.

L’episodio si era già verificato nel 2021, quando l’erogazione venne interrotta per almeno dieci mesi tra le proteste degli sfollati. Per la verità c’è stato un intervento del Comune con l’anticipo di quattro mensilità prima delle elezioni regionali di aprile con candidato il sindaco di Pomarico. Ma è la Regione che deve erogare quei contributi senza costringere gli sfollati a lunghe anticipazioni delle somme. “Ci avevano promesso che i lavori sarebbero stati celeri, e invece, a parte la demolizione dei fabbricati irrecuperabili e la raccolta macerie, sembra non si sia mosso nulla”, ci raccontava nel giugno 2022 uno degli sfollati. “Chi ha avuto la casa demolita dovrebbe avere un rimborso per acquistarne una nuova. Chi invece potrà rientrare dopo la messa in sicurezza e i relativi lavori non sa quando potrà farlo. Infatti vi era una promessa: entro il 2023 si sarebbero conclusi i lavori. Siamo al 2024, i lavori vanno a rilento, le famiglie non hanno il contributo per l’autonoma sistemazione e la Regione Basilicata arranca. “I disagi maggiori – ci spiega uno degli sfollati – li subisce chi ha trovato una sistemazione fuori dal centro abitato”. Certo è che quella frana continua provocare “danni collaterali” a incolpevoli cittadini perché “le istituzioni non rispettano i patti.”