Trivelle nello Jonio, il Tar del Lazio bacchetta la Regione Basilicata

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    Il Tar Lazio respinge il ricorso presentato dalla Regione Basilicata e impartisce anche una lezione agli uffici regionali. Ma è bene fare un piccolo passo indietro per comprendere come sono andate le cose. Nel mese di giugno 2015 l’associazione Mediterraneo No triv studiando tutte le carte relative all’istanza d 79 scopriva che tra tutte le regioni interessate dal progetto di ricerca di petrolio nel Mar Ionio, il Ministero aveva argomentato in merito solo al parere contrario espresso dalla Regione Puglia e dalla Regione Calabria. La Regione Basilicata risultava non pervenuta eppure l’indicazione che giungeva dal governo regionale all’indomani della notizia del decreto di compatibilità espresso dal Ministero, era che risultava disatteso il no della Regione Basilicata e non sembrava comprendersi il motivo. In quel caso a fare chiarezza fu Mediterraneo No triv che precisò che la Regione Basilicata aveva inviato il suo parere contrario un anno e mezzo oltre i termini prescritti per legge. https://jonicanotizie.wordpress.com/2015/06/20/la-regione-basilicata-delibera-contro-la-d-79-un-anno-e-mezzo-dopo-la-pubblicazione-dellistanza/ In effetti, da quando regioni, provincie e regioni ricevono i documenti della società petrolifera, da quel momento decorrono i 60 giorni per inviare, al Ministero dell’Ambiente, le osservazioni contro il progetto di ricerca di idrocarburi con il sistema dell’air-guns e per le Regioni per esprimere parere. La regione Calabria era stata piuttosto sollecita inviando già il 22 ottobre 2013 la propria delibera contro il progetto, così come tutti i comitati, le associazioni ambientaliste e, tra queste, proprio Mediterraneo no triv, e i numerosi comuni della fascia ionica lucana. In data 20.12.2013, la Commissione Tecnica di verifica della compatibilità ambientale, nominata dal Ministero dell’Ambiente, esprime così il suo parere ma la Regione Basilicata lascia passare mesi e mesi, e delibera solo il 4 dicembre 2014, quindi dopo un anno e mezzo oltre i termini prescritti. La delibera della Regione Basilicata è stata quindi emessa a giochi già conclusi, e il ritardo è stato considerato irrimediabile dal Ministero dell’Ambiente. Della questione l’associazione ambientalista lucana aveva dato ampia informazione a mezzo stampa, ma anche in questo caso la Regione non ha inteso ascoltare. In effetti dalla lettura della sentenza emessa dal Tar Lazio in data 1.8.2016 i giudici stigmatizzano proprio questo passaggio e in risposta all’eccezione sollevata dalla Basilicata che nel ricorso lamenta il mancato coinvolgimento della Regione, i giudici rispondo che dalla documentazione prodotta risulta che la Basilicata in realtà è stata coinvolta nella fase procedimentale e che la stessa si è astenuta dal presentare le osservazioni o dall’esprimere un proprio parere assumendo così, dice il Tar Lazio, una decisione che non può essere ricondotta che a una propria autonoma scelta. A ulteriore precisazione e come già detto in passato, il parere espresso oltre un anno e mezzo i termini previsti per legge si intende come non espresso. E’ brutto dirlo, ma lo avevamo detto e ripetuto ma la Regione Basilicata non ha inteso darci ascolto. Mediterrano no triv

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