Vito Bardi chiarisca. Cambiamento o scambiamento?

Tanto a te, tanto a me. Loro si spartiscono le poltrone e i cittadini pagano a vista

Se corrisponderanno al vero le indiscrezioni trapelate in questi giorni circa il metodo utilizzato (manuale Cencelli) per le nomine negli enti sub regionali di peso, dovremo archiviare la parola “cambiamento”.  Già, perché non c’è nulla di diverso nella spartizione dei posti di comando rispetto ai criteri utilizzati in passato. Tutto è deciso in base al peso politico e elettorale dei partiti di governo. Tanto a te, tanto a me. Le indiscrezioni diffuse dalla Gazzetta del Mezzogiorno parlano di cinque a testa a Lega e Forza Italia e di uno ciascuno a Fratelli d’Italia e Idea.

Tuttavia, non ci scandalizza il metodo da manuale Cencelli, non ci aspettavamo altro. Ci preoccupa, però, la lista di nomi che circola alla chetichella tra i palazzi. Alcuni personaggi che hanno sostenuto la campagna elettorale del centro destra, compresi alcuni non eletti, sarebbero indicati per assumere ruoli cruciali e strategici nell’apparato degli enti sub regionali che contano: la Società Energetica Lucana, l’Acquedotto Lucano, Sviluppo Basilicata, i Consorzi industriali di Potenza e Matera, l’Apt, l’Egrib, il sottosegretario alla presidenza della Giunta.

Il quadro logico della situazione è inequivocabile. La spartizione così combinata condurrebbe alla nomina di alcune persone dal profilo opaco. Di loro, con nome e cognome, ci occuperemo, nell’eventualità ottenessero la nomina, al momento opportuno. Oggi possiamo affermare che si tratta di gente molto esperta di “mercato nero” del consenso politico. E non vogliamo nemmeno immaginare di quali consiglieri di amministrazione o collaboratori o consulenti si circonderanno questi signori. Ci auguriamo che la tragica farsa non vada in scena. La conferma l’avremo a settembre.

Ad ogni modo, non siamo ottimisti. È sempre la stessa storia. Per nomina politica puoi fare il manager o il dirigente di qualsiasi cosa, anche se per tutta la vita hai venduto tappeti e aspirapolvere. E poi ci lamentiamo dei debiti di questi enti, della loro inefficienza, della loro inutilità. E io pago!

Sono questi i veri costi della politica. Fior di quattrini e spazi di potere a personaggi che diventano presidenti, direttori, consiglieri di amministrazione per merito della fedeltà ad un partito, a una consorteria, a un pacchetto di interessi. Fior di risorse destinate a rimettere in moto la macchina del consenso, a oliare gli ingranaggi della distribuzione delle prebende tra cavalieri e fedeli scudieri. Altro che cambiamento, qui funziona bene lo “scambiamento”. Il presidente della Basilicata è stato frainteso?