Antonio, 30 anni, “il covid è una brutta bestia e ai ragazzi dico: non sentitevi invincibili”

Il giovane di Rionero in Vulture alle prese con il virus mette in guardia i coetanei: ho sentito dolori mai provati prima e il senso di colpa per aver contagiato altri"

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Antonio, 30 anni, di Rionero in Vulture (Potenza), per un puro caso ha scoperto la sua positività al virus. E’ per questo che mette in guardia i suoi coetanei: “Siamo tutti potenziali untori, per questo vi chiedo di essere prudenti e di non sottovalutare il covid. Non è solo una febbre”.

Sono 10 giorni che Antonio vive chiuso in una stanza, la nonna al piano superiore. E tutti i familiari distanti. Ha scoperto di essere positivo al covid venerdì 19 febbraio. “Dovevo partecipare ad una attività sportiva e sono stato sottoposto a tampone preventivo – racconta – Quando mi hanno comunicato l’esito non ci volevo credere. Non ci potevo credere!”. Già, perché Antonio sgridava amici e amiche quando li vedeva senza mascherina. Era “rigoroso e rompiscatole”. Eppure è risultato positivo.

Paura per familiari e contatti” La prima cosa che ha fatto, Antonio, è stata allertare i suoi contatti più stretti, tra cui l’anziana nonna. “Il primo pensiero è andato a lei, l’ho individuata come la persona più fragile e a rischio tra i miei contatti diretti”, sottolinea. Poi ha allertato chi doveva, da protocollo, e dagli screening successivi non sono sin qui emersi altri positivi dentro la cerchia familiare. “Poi ho messo in guardia altre persone con cui ero entrato in contatto, perché quei momenti li vivi con uno strano senso di colpa. Pensi che forse hai potuto contagiare e indirettamente ‘uccidere’ qualcuno senza neanche accorgertene. Che brutta sensazione”.

Febbre, dolore e uno strano bruciore” Qualche giorno dopo l’accertata positività, Antonio, nella sua stanza, con finestra sul mondo, ha iniziato ad avvertire i sintomi. “Febbre – racconta – ma poi anche dolore alla schiena, alle ossa, bruciore persino alle parti intime”. Uno strano affaticamento anche nel fare “due passi di pochi metri”. Non ha dubbi; rispetto a febbri e influenze avute in precedenza, non c’è alcun confronto. “Fidatevi, sono dolori e sensazioni mai avvertite prima”. Misti anche a quella “frustrante” perdita di gusto e olfatto. “Per 3, 4 giorni ho avuto questi sintomi, poi sono passati. Eppure negli ultimi giorni sono ritornati i dolori alle ossa. Questa volta senza febbre”. Un decorso piuttosto lento, come molti casi clinici simili stanno dimostrando.

Fa male vedere tanta gente in strada, come nulla fosse” Dalla sua stanza sul mondo e sulla strada, Antonio ha vissuto il passaggio, in Basilicata, dalla zona gialla a quella rossa. “E’ brutto affacciarsi alla finestra, mentre stai poco bene a causa del covid e invece fuori vedi traffico, assembramenti, scarso uso dei sistemi di protezione. Ti senti preso in giro”. E fanno male anche quei commenti di qualche “tuo” coetaneo che ti dice “che vuoi che sia, tanto passerà”. Ma provarlo sulla propria pelle è un’altra storia. “Solo vivendolo puoi capire. E non lo auguro a nessuno”.

Il messaggio ai ragazzi: “Non sentitevi invincibili, il virus ti fa star male” C’è un punto su cui Antonio torna di continuo. Proprio lui che era sempre molto “fissato” e scuoteva gli amici che non rispettavano misure e distanziamento. “Ho sempre messo in guardia chi mi stava vicino e ci rideva su. Sono sempre stato molto attento eppure mi sono infettato. Non so neanche io come”. Amara ironia della sorte. Ora che sta meglio e i dolori stanno scomparendo coglie però l’occasione per lanciare un monito alla sua generazione, alla foga sociale di assembrarsi, nonostante tutto. “Ragazzi – mette in guardia – Non sentitevi invincibili. E’ un po’ come quando la sera ti senti a mille e poi la mattina paghi un prezzo altissimo”. E ancora: “Siamo tutti potenziali untori, non dimenticatelo. Domani potrebbe capitarvi di star male o di vivere col senso di colpa di aver contagiato qualcuno a cui volete bene. E’ una pessima sensazione. Siate prudenti”. Il suo è un chiaro messaggio sociale, intergenerazionale e rivolto a quella schiera di “negazionisti” che si fa di giorno in giorno più nutrita. Sia sul web che per strada. L’appello è rivolto a loro. Un forte e sentito in bocca al lupo, invece, lo rivolgiamo ad Antonio!

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