Autonomia differenziata, l’appello della Cgil: tutta la Basilicata si unisca alla protesta del 17 aprile

Mega: "Il presidente Bardi non potrà certo ignorare la voce dei lucani e delle lucane che lui stesso ritiene di rappresentare”

La Cgil di Basilicata ha aderito al coordinamento “No all’autonomia differenziata”, composto da numerose forze politiche, associative e civiche partecipando lunedì 17 aprile alla mobilitazione in programma a Potenza alle 10 davanti al Palazzo della Giunta regionale di Basilicata. “Come Cgil– dichiara il segretario generale, Fernando Mega – siamo impegnati da tempo sul territorio con iniziative di vario genere per scongiurare un progetto che lede i diritti fondamentali sottesi alla nostra Costituzione. Abbiamo portato la questione all’attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico e sul palco di Rimini durante il congresso nazionale della Cgil, alla presenza della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Stiamo sostenendo la raccolta firme del Coordinamento per la democrazia costituzionale e come Cgil Basilicata rimarcheremo le nostre richieste in occasione del primo maggio, che a livello nazionale si celebrerà a Potenza. Scegliere una piccola città del sud per celebrare il primo maggio a livello nazionale dai sindacati confederali – commenta Mega – è sì un fatto di cui essere orgogliosi e un riconoscimento per le organizzazioni sindacali regionali, ma è soprattutto un atto significativo nell’anno in cui si celebrano i 75 anni della Costituzione, che va difesa e valorizzata. Scegliere Potenza significa rimettere al centro il Mezzogiorno e le sue aree interne, quelle che sarebbero maggiormente colpite da un progetto di autonomia che accentua le diseguaglianze.

L’autonomia differenziata, continua il leader della Cgil lucana, inasprirebbe inevitabilmente le forti disparità che già dividono il Paese, generando una frattura tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Scuola, sanità e trasporto pubblico rischiano di essere i comparti più gravemente colpiti. L’accesso ai diritti fondamentali garantiti a ciascuna e a ciascun cittadino dalla nostra Carta Costituzionale verrebbe, di fatto, negato. Un disegno di legge che aumenta le disuguaglianze già presenti all’interno del nostro tessuto sociale e che accresce il livello di conflitto e di competizione tra le singole Regioni deve essere fermato a tutti i costi. In questo quadro già desolato scoraggia la posizione favorevole del presidente della Regione, Vito Bardi, e di tutto il centrodestra lucano, palesato anche all’ultimo consiglio regionale, con la maggioranza che ha respinto la mozione presentata dall’opposizione sul progetto di autonomia differenziata che ha avuto l’approvazione di Bardi.

Il ddl Calderoli, nelle modalità proposte e con risorse invariate, ribadisce Mega, costituisce un attacco all’unitarietà dei diritti sociali, destinato ad accentuare le disuguaglianze già presenti e i divari territoriali e sociali esistenti. Così come riconoscere una competenza regionale esclusiva su materie di rilevanza strategica, e non suscettibili di frazionamento territoriale, rappresenterebbe la rinuncia ad un governo nazionale e unitario delle politiche economiche, industriali e di sviluppo del Paese. La crisi sociale e democratica che stiamo vivendo – aggiunge il leader della Cgil lucana – può e deve essere affrontata attuando pienamente la nostra Costituzione, anche nella parte della riforma del titolo V, ma senza lo stravolgimento dei suoi principi e del suo ordinamento. Il caso più eclatante è la sanità, ma lo stesso riguarda l’istruzione, i trasporti, l’energia. La regionalizzazione dei servizi sanitari introdotta con la riforma del Titolo V ha già ampiamente minato il servizio sanitario pubblico nazionale, tanto che secondo l’Istat al Sud si vive un anno e sette mesi in meno che al Nord e la mobilità sanitaria riguarda l’11,4% dei ricoverati residenti nel Mezzogiorno a fronte del 5,6% dei residenti nel Nord-Italia.

Oggi, invece di colmare queste diseguaglianze e imparare dal Covid la necessità di un sistema di cure centrale e uniformato, che tenga conto delle peculiarità dei territori mettendoli nelle condizioni di poter garantire gli stessi diritti – sottolinea il segretario – il nuovo governo resuscita l’autonomia differenziata ledendo la coesione sociale che di fatto dura dal 1860, con tutte le contraddizioni e i punti deboli dovuti a governi incapaci di leggere i bisogni del Paese e a dare risposte.

La lotta contro l’autonomia differenziata deve vederci uniti e compatti a salvaguardia del Mezzogiorno e dell’unità del Paese – conclude Mega – Per questo motivo invitiamo tutta la comunità della Basilicata a scendere in piazza a Potenza lunedì 17 aprile. Il presidente Bardi non potrà certo ignorare la voce dei lucani e delle lucane che lui stesso ritiene di rappresentare”.